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Lo Zibaldone

Il carteggio di Muratori, spaccato dell’Europa del Settecento

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di Niccolò Lucarelli

 

Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) fu un uomo superiore al suo secolo (almeno riguardo al panorama italiano), e la sua visione della cultura era di respiro europeo, come emerge dai suoi scritti e dai personaggi con cui fu in contatto. La sua visione chiara dei problemi del Paese di allora, ne fece un uomo troppo in anticipo sui tempi, inviso al potere ecclesiastico (che invece avrebbe dovuto essergli grato), e scomodo anche per il potere politico. Ad esempio, quando entrò a far parte dell’Arcadia, lo fece cercando di farne una sovranazionale “Repubblica delle Lettere”, che aprisse gli intellettuali anche all’impegno politico, o almeno ne risvegliasse le coscienze civili e le mettesse in obbligo morale di parlare finalmente alle masse oppresse dalle varie dominazioni straniere.

Lo sterminato epistolario fornisce al lettore di oggi un ampio saggio dell’uomo e dei suoi interessi, della sua sete di cultura e della sua onestà intellettuale. Maria Lieber e Daniela Gianaroli, che hanno curato il 25° volume del carteggio mutatoriano, hanno scelto di seguire strettamente il testo originale delle missive; come unico intervento sul testo, è stata ammodernata la punteggiatura, così come l’uso delle lettere maiuscole e minuscole, gli accenti e gli apostrofi, rispettando però l’ortografia originale. Ognuno dei carteggi con letterati, bibliotecari, religiosi, filosofi, con i quali Muratori fu in corrispondenza più o meno prolungata nel tempo, è introdotto da un paragrafo che ne spiega le ragioni, e fornice interessanti notazioni sui personaggi che vi sono coinvolti, e apre a sua volta uno spaccato sul panorama culturale settecentesco che arricchisce quello tracciato dalle corrispondenze. Nella galleria dei 49 corrispondenti compresi nel volume, spicca sicuramente il filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz, storico ufficiale della casa di Hannover e quindi in stretto contatto “professionale” con l’abate italiano. Come emerge dai suoi scritti, dai personaggi con cui era in contatto, Muratori fu un uomo superiore al suo secolo (almeno riguardo al panorama italiano), e la sua visione della cultura era di respiro europeo, sempre pronta ad acquisire nuovi strumenti d’indagine. Dalla “frequentazione” di Leibiniz, Muratori familiarizzò con la metodologia di storici e giuristi di area protestante, integrando le conoscenze apprese in gioventù a Milano dai benedettini della scuola di Saint Maur. Il volume è arricchito dai profili dei vari personaggi con cui Muratori fu in contatto; profili utilissimi a far conoscere al lettore anche quegli studiosi meno noti al grande pubblico, ma che contribuirono alla crescita culturale del secolo.

Un’opera di spessore, che contribuisce a tracciare il profilo di un uomo come Muratori, che, nato da un’umile famiglia, coltivò con pertinacia il suo profondo interesse per gli studi, ed entrò in seminario a tredici anni, da dove usci con il titolo di abate. Lo era per autentica vocazione, ma non per questo si lasciò oscurare la mente dal fanatismo; fu anzi un uomo di Chiesa fortemente rigorista, molto vicino alla dottrina giansenista, e combatté il culto delle false reliquie, cosa che non lo pose certo in buona luce agli occhi di un clero particolarmente retrivo e mondano insieme. Bibliotecario e storico della corte modenese degli Este, dopo essere transitato a Milano negli archivi della Borromea, dedicò i suoi studi alla storia, che fu il grande interesse della sua vita; in questo vastissimo campo s’impegnò in lunghe e laboriose ricerche di documenti e cronache che gliene aprissero i segreti. Il risultato di questa dedizione, fu il monumentale Rerum Italicarum Scriptores (1723), seguito dalla prima grande storia d’Italia, dall’era volgare ai suoi tempi: gli Annali d’Italia, pubblicati fra il 1743 e il 1749.

Da un punto di vista metodologico, Muratori fu un attento e meticoloso ricercatore di fatti storici, di cui comprendeva l’importanza per spiegare il presente, la situazione sociale e politica dell’Italia dell’epoca. Nel metodo di ricerca delle fonti, che comprendevano anche contratti notarili e i verbali giudiziari, si distanziò da Giambattista Vico, suo contemporaneo ma non altrettanto innovativo, impegnato nell’individuazione di una filosofia della Storia i cui ricorsi sono, a suo dire, regolati dalla Provvidenza. Muratori stravolge questa prospettiva, perché spiega come la Storia sia in realtà il risultato di azioni umane nei vari campi dell’esistenza. Rivendica quindi il primato dell’uomo sulla religione, pur essendo abate egli stesso. Anticipando Cavour, fu un sostenitore della libera Chiesa in libero Stato. Uno Stato che, a differenza degli intellettuali illuministi suoi contemporanei, Muratori sentiva come necessario. Nella sue mente, l’unità d’Italia era una necessità storica inevitabile. E i fatti gli avrebbero dato ragione.

 

Centro di studi muratoriani. Modena.

Edizione nazionale del carteggio muratoriano, vol. 25. Carteggi con Lazzari … Luzán

Leo S. Olschki, 2020

  1. 508, Euro 100,00
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