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Ama il tuo sogno

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Una storia di coraggio e verità è quella raccontata da Yvan Sagnet nel suo libro , dove si narra l’amore per la giustizia e per i diritti della dignità umana attraverso la prospettiva di un giovane straniero approdato in Italia dal Camerun per realizzare il sogno di una vita.

Obiettivo raggiunto, ora si può dire. Ma di certo non è stato scontato né facile e forse, senza pericolo di azzardare, il percorso ha portato a una meta inaspettata. Del resto, Yvan desiderava una vita normale: studiare per diventare ingegnere. Voleva farlo nella terra dei suoi sogni, un paese bello come il nostro, l’Italia che vince i mondiali di calcio, capitale della moda e del design. Ha solo ventisei anni quando ottiene un permesso di studio per iscriversi all’università di Torino ma i problemi economici non tardano a bussare alla sua porta. Fare lo steward allo stadio non è più abbastanza e allora perché non considerare l’opportunità estiva delle campagne salentine di cui si parla tanto. Infondo la raccolta di pomodori non è altro che un po’ di manodopera retribuita, proprio quello che ci vuole per far fruttare economicamente anche quei mesi di vacanza. Cosi Yvan si trasferisce a Nardò, nella masseria Boncuri, dove trovano impiego i braccianti che vogliono fare la stagione. Tolti dalla strada, è vero, ma a caro prezzo.

Si dorme accampati sotto gli alberi, dentro case di cartone, senza acqua né corrente elettrica. Il potere dei caporali detta le sue leggi. Si è senza identità, i documenti sono sottratti all’arrivo perché servono a reclutare nuovi schiavi, il più delle volte immigrati e clandestini. Qui il lavoro, se cosi si può chiamare, è quello che ti fa arrivare a sera massacrato, come se ti avessero picchiato, è pesante e portato a condizioni disumane: diciotto ore consecutive, di cui molte sotto il sole cocente. Chi sviene non è assistito e se vuole raggiungere l’ospedale deve pagare il trasporto ai caporali. Il guadagno è di appena 3,50 euro a cassone, che pesa tre quintali e per riempirlo ci vuole molto tempo. Ma quando il lavoro non si trova si è disposti ad accettare anche le condizioni più assurde. Nelle persone subentra la rassegnazione, quella che ti fa dire ‘il sistema è così’ e ti fa apparire quella realtà come una condizione normale. Fino a quando alla masseria accade qualcosa. Una scintilla da cui origina un’esplosione, con tutte le ripercussioni e le tempistiche immaginabili per una faccenda simile. I braccianti in genere strappano le piantine alla radice per batterle sulle cassette per permettere ai pomodori di cadere ed essere raccolti, ma quel giorno il caporale impone un altro metodo. Servono pomodori da vendere per le insalate e allora questi devono essere presi e selezionati uno a uno. Insomma, bisogna riempire gli stessi cassoni selezionando i singolarmente pomodori e questo comporta il doppio della fatica. È l’inizio della rivolta alla masseria Boncuri, culminata nella legge contro il caporalato.

Yvan ingegnere lo è diventato davvero ma il suo lavoro oggi è quello del sindacalista, per la Flai CGIL, dove si occupa dei diritti dei lavoratori stranieri. In quest’opera racconta la sua storia dal punto di vista di chi ha conosciuto lo sfruttamento, i propri diritti calpestati, il dover lottare per avere un materasso, pagare per farsi trasportare in un pronto soccorso ma anche di chi decide di rischiare la propria vita per una democrazia diversa. Un libro interessante, da scoprire, una perla editoriale nel genere d’inchiesta.

 

 

di Lucia Oggianu

 

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