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Scrittori all’ombra della Mole (II parte)

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Laura Musso – sulla scia del suo precedente articolo Scrittori all’ombra della Mole – continua la propria indagine sulla Torino dei grandi letterati e delle maggiori personalità italiane, in vista del prossimo Salone Internazionale del Libro (14-18 ottobre 2021)

di LAURA MUSSO

Proseguiamo il nostro percorso sulle tracce di inchiostro lungo il Po. Dai Murazzi, realizzati nel 1873, in una sera di inizio Novecento si affaccia sul fiume Mattia Pascal, l’ex bibliotecario di Luigi Pirandello.

Il Po è sempre stato amato dai torinesi; l’editore Giulio Einaudi, nei Frammenti di memoria, ricorda che in gioventù remava fino a Moncalieri. La fama letteraria il Po la deve a Cesare Pavese che, come i suoi personaggi, trascorse lungo le sue rive ogni momento libero, e lo rese protagonista in Ciau Masino e nel Diavolo sulle colline. Sarà frequentato negli anni Cinquanta dal narratore de I giovani del Po di Italo Calvino, e successivamente dal suo Marcovaldo.

Entriamo ora nel parco del Valentino: 555 mila metri quadri, creato nel 1864 su progetto del paesaggista francese Pierre Barillet-Deschamps. Tra i viali vi ha passeggiato Vitorio Foa, come descrive nei Passaggi; in Lessico famigliare, Natalia Ginzburg narra che sua sorella Paola amava “girare” per il Valentino; Emilio Viotti, protagonista delle Due città di Mario Soldati, vi sosta con Veve, la sua amata; Guido Gozzano in Un vergiliato sotto la neve trasforma il parco in un paesaggio fiabesco. Sono legate al parco anche memorie drammatiche: su una panchina nel 1889 si tolse la vita Furio De Amicis, figlio dell’autore di Cuore; così nel 1913 il critico d’arte tedesco Curt Seidel, a soli ventisette anni. Il parco ospitò importanti Esposizioni Internazionali descritte da vari autori: nel 1884 – occasione in cui fu creato il Borgo Medievale –, nel 1902, 1911 e 1928.

Terminiamo la passeggiata con uno sguardo al Castello del Valentino (1660) – che fu sede di rappresentanza della corte dei Savoia, mentre oggi ospita la Facoltà di Architettura – e alla palazzina liberty (1916) che accoglie mostre ed eventi della Società Promotrice delle Belle Arti.

Lasciamo il Valentino, oltre il Po, da piazza Gran Madre di Dio iniziamo la salita in collina: ma questa è un’altra storia.

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