Saggi
Le diverse età letterarie della letterarietà
Graziella Tonfoni, linguista, ricercatrice, scienziata, già da giovanissima pioniera, attiva nell’avanzamento della scienze cognitivamente rispettose delle singole individualità, nella progettazione di sistemi di comunicazione, basati sull’armonico sviluppo delle tecnologie dell’informazione, ha operato a fianco dei padri fondatori,nell’era d’oro delle scienze computazionali. Componendo una serie di distopie, intese evitare quegli estremismi, che lo sviluppo di applicazioni non desiderabili, l’implementazione di metodi non calibrati avrebbero potuto innescare. Si può affermare che la sua prima distopia narrativa, fantasy assoluto, dattiloscritto rimasto inedito, in lingua italiana, risale agli albori degli anni ottanta. Circolato ampiamente, di fatto ha avuto efficacia immediata, perché quanto paventava l’autrice, ovvero una progressiva disumanizzazione all’interno delle istituzioni di ricerca avanzata, dovuta al possibile appiattimento emotivo degli operatori di scienza, non si è fortunatamente realizzata, a quei tempi, nel modo da lei fantasiosamente ed efficacemente descritto.
Poi ha prodotto lei stessa e scritto scienza, trasmettendo l’essenza di quelle innovazioni, che riteneva fossero davvero utili, non rischiose per gli utenti. Ricercatrice idealista, ma anche concreta osservatrice, ha reso possibile un “microcosmo” didattico utopico; perché si può senz’altro all’oggi affermare che, complessivamente, le sue più di duecento pubblicazioni accademiche, ovvero la sua “ letteratura computazionale” rappresenta quelle tecnologie, che lei avrebbe voluto vedere realizzarsi, non quelle attuali. Le metodologie, le applicazioni multimediali, che lei ideò, unite a quelle sole teorie di altri colleghi, che riteneva di indicare come effettivamente valide. Ma non sono state le sue scelte e indicazioni a prevalere, bensì approcci accelerati e metodi assai più sbrigativi, profondamente diversi.
Oggi la letteratura computazionale di Graziella Tonfoni (1979-2011) rappresenta una poetica allegorica, storica, raffigura metaforicamente, documenta con precisione un’epoca ed epica interrotte. La si può considerare come una “narrativa complessivamente utopica”. Seppur si trovi prevalentemente espressa in pubblicazioni scientifiche, con uno stile variopinto, spesso cangiante, che si riverbera anche nelle tecniche di trascrizione di sue lezioni, dibattiti, argomentazioni, attraverso una documentazione analitica, vasta, conservata presso biblioteche pregiate, in sedi di ricerca avanzata. La “economia saggistica” di Graziella Tonfoni (2012-2014 e 2015) rappresenta una realtà geografica specifica, una fase successiva, distinta; risultato di una indagine del tutto diversa per temi e problemi da quella condotta nelle precedenti opere. La scienziata e ricercatrice, ivi narra come una utopia concepita da altri, ovvero l’eurozona dei pensatori e dei teorici fondatori, agli albori del terzo millennio, come effettivamente poi implementata, abbia avuto conseguenze distoniche, diventando, seppur con modalità e manifestazioni diverse, una vera e propria distopia collettiva e comunitaria. L’autrice, che fino dai primi anni del terzo millennio aveva notato ed annotato, poi dimostrato, una per una, le contraddizioni intrinseche al modello astratto, irrealistico, astorico di una monocultura economica e legislativa in euro, si è espressa in più saggi, con stili variegati.
Sempre in toni rispettosi, per non apparire polemica, mai rinunciando ad essere accurata e scientificamente obiettiva, sincera nelle sue conclusioni. Attraverso l’ attenta consultazione dei suoi due “romanzi di ricerca” unificabili oggi con titolo unico, rilanciabili complessivamente come Una autrice equilibrata autoreferenziale, attingendo alle versioni definitive, pubblicate in due numeri di “Scienze e Ricerche” Roma, nel 2015, i lettori possono risalire alle esperienze, acquisizioni, considerazioni derivate dalla testimonianza particolarissima di un’autrice, al servizio della scienza dell’informazione, costantemente dedicata alla promozione della bibliodiversità, alla conservazione dei vari ecosistemi culturali e comunicativi, per una traducibilità sostenibile.
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