Lo Zibaldone
Romanticidio -Spoesie d’amore e altre disgrazie
Spesso si scrive d’amore in termini di romanticismo, meno spesso accade, invece, di trovarsi di fronte a delle poesie che raccontino il lato oscuro della vita di coppia: il russare del partner, la lotta per il cambio stagione, gli inganni dei social. Lo fa Eleonora Molisani, giornalista di “Tusyle”, in “Romanticidio – Spoesie d’amore e altre disgrazie” con delle “filastronze”, come sono state definite dai suoi editori della Neo Edizioni.
Con le sue “spoesie” la Molisani dissacra, con ironia, la quotidianità della vita di coppia, sradicandola dall’immaginario comune, che cerca di raccontarla come una meravigliosa conquista, e riporta il lettore coi piedi per terra, ricordandogli che, sì, la vita di coppia e bella, ma non sempre e, soprattutto, che l’idea dell’amore che si è consolidata nel tempo, è diversa dal significato puro che bisognerebbe attribuire a questa parola.
“Sono una persona poco romantica, ma molto sentimentale. Guardo oltre il romanticismo dei gesti eclatanti, dei fiori, eccetera. Quello che non dovremmo mai dimenticare è il sentimento, che rappresenta l’unico modo per incontrarci. Uomini e donne sono binari paralleli, ostinarsi a capirsi è un’utopia, siamo diversi, ma ci si può rispettare. Ci sono spoesie anche sulla diversità, ho affrontato il tema dello stalking, del femminicidio, in una filastrocca c’è un rap femminista, che canta della differenza tra i sessi ma della parità dei diritti. Mi sono ispirata anche a poetesse femministe importanti da Silvia Plath a Wisława Szymborska. Credo che storia del linguaggio poetico sui sentimenti sia ciò che di più romantico possa esserci”, spiega la Molisani.
L’autrice non risparmia niente e nessuno: dal classico chiodo-schiaccia-schiodo con il “Principe di seconda scelta” alle farfalle nello stomaco che diventano “un funerale nello stomaco”. Diverse le “spoesie” dedicate all’idea moderna dell’amore, che nasce, cresce e si spegne in armonia con la tecnologia, spiegando ai lettori la logica dei “like”, delle doppie spunte blu e del profilo Instagram. Tra le tante, la più completa è “Teorema 3.0”, che, in un gioco di potere tra online e offline, racconta lo schema da seguire perché un corteggiamento virtuale riesca ad andare in porto.
«Prendi un uomo, chiedigli l’amicizia, / scrivigli parole d’amore. /Mandagli poke, mettigli tag, / e su Instagram sempre un bel cuore. / Fallo sempre sentire importante, / linka il meglio del meglio che hai, / cerca d’essere tenera sempre, / sii sempre connessa, offline giammai. / E stai sicura che t’ignorerà, / sei sdolcinata, lui non ce la fa, / e stai sicura non ti laikerà, / chi meno lovva è il più forte, si sa. / Prendi un uomo, trattalo male / lascia che whatsappi per ore. / Non farti viva e, se visualizzi, / fallo come fosse un favore».
Nonostante il realismo e, a volte, il cinismo, ci sono momenti in cui l’amore riacquista qualche punto e viene osservato da un’angolatura più sentimentale, come nel caso di “Amore maturo”, che si conclude: «Cantami o diva l’amore terreno, quello che a volte perde terreno. / Frana e si aggrappa, gode e dispera, l’amore che salva quando viene sera». Fino a dei momenti in cui si intercettano le crespature della malinconia, anche quando si è perfettamente coscienti che non c’era altra via se non la separazione.
«La nostra barca a vela sul mare: / Ho mille cose da ricordare, / l’amore vero, passionale. / Ho mille cose da recriminare, / ero solare, mi hai fatto ammosciare. / Ora ti odio mentre guardo il mare, / eppure con te vorrei naufragare».
Insomma, la Molisani esplora, senza annoiare, anzi lasciando un sorriso sulle labbra del lettore, la sua visione dell’amore e della vita di coppia a suon di rime e citazioni letterarie e saluta il suo pubblico così: «Spoesia. / E non chiedetemi che cosa sia», anche se, in fin dei conti, è ben chiaro il significato di una sua “spoesia” sin dalla prima pagina.
https://www.neoedizioni.it/neo/prodotto/romanticidio-spoesie-damore-e-altre-disgrazie/

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