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Pirateria editoriale in aumento, lo dice l’ Ipsos
La pirateria digitale è sempre argomento di allarme, lo è sempre stata fin dall’avvento del web, e una delle industrie che ne soffre di più è sempre quella dell’editoria, già vessata dalla pirateria cartacea. Sì, perché come se non bastasse il calo vertiginoso degli italiani che leggono, una parte significativa di chi invece riesce ancora ad immergersi in un libro preferisce scaricarlo illegalmente o acquistarlo presso rivenditori abusivi piuttosto che comprarlo da rivenditori autorizzati (i dati dell’Ipsos raccontano di come gli italiani sopra i 15 anni che si procurano libri con tali mezzi siano ben il 36%).
Quest’anno i danni rifilati al mondo editoriale ammontano a più di mezzo miliardo di euro (528 milioni per l’esattezza), cioè circa il 23% del valore di mercato, e le ricadute colpiscono sia il paese che i posti di lavoro. Così parla Andrea Martella, sottosegretario all’editoria, per combattere la pirateria: «Potremmo pensare a una campagna istituzionale nelle tv, sui social, nelle scuole con messaggi molto precisi. Si tratta di far capire che fare click qualche volta determina un colpo sull’editore, sul libraio, sul giornalista, sull’autore. Basta pensare alle librerie o edicole che chiudono per capirlo», prosegue poi, «Bisogna spiegare che scaricare dalla rete libri e articoli di giornale è un disvalore sociale e significa anche scaricare la democrazia e un pezzo di libertà degli altri. Come governo faremo la nostra parte». Martella spiega anche di come i meccanismi di contrasto siano già entrati in azione, «con 20 milioni di euro stanziati per promuovere la lettura nelle scuole e con l’estensione ai quotidiani della 18App». Il sottosegretario all’editoria fa inoltre intendere che «questa sarà una riflessione del governo prossimamente». Si spera dunque in un’azione concreta del ministero riguardo un ambito che se non combattuto con le giuste armi rischia di far collassare un intero settore culturale e economico.
Pietro Patrizi

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