Giallo
Paolo Nelli “Il terzo giorno”
di Elena D’Alessandri
“Abbraccia il crocifisso ai fianchi, la faccia pressata al ventre. Cammina di lato, gambe un poco divaricate, non respira, fatica a vedere. Una mano del Cristo urta lo stipite della porta, la donna perde il passo, sbatte la schiena, si regge. Un lampo, dal lucernaio del piano di sotto, apre dinanzi la notte. Le ombre si creano e si rincorrono. Sul pianerottolo, qualcosa striscia. È un istante e il buio si richiude”.
A tre giorni da Pasqua, di venerdì Santo, Colle Ventoso, piccolo centro della Brianza (frutto dell’immaginazione dell’autore) viene turbato da un triplice crimine, occorso in via Giolitti 19, in un condominio in ristrutturazione ‘impacchettato nella plastica’. Gli inquirenti ritrovano il corpo di Ilde Ardenghi, cinquantenne con seri disturbi psichici, quello di Salvatore Cantoni, magazziniere indebitato e vizioso, e quello di un giovane che nessuno conosce, ribattezzato da subito ‘l’Angelo’ in virtù di due ali disegnate a pennarello sul suo corpo nudo. Nonostante la violenza inaudita subita, il cranio fracassato da un crocefisso imbrattato di escrementi, Cantoni non è morto. Trasferito al vicino ospedale, è l’unico che potrà far luce sull’accaduto. A condurre le indagini il Commissario Valerio Colasette – un uomo del sud trapiantato in Brianza da decenni, insofferente alle regole e per questo inviso ai superiori – affiancato da alcuni giovani ispettori, tra cui spicca Maddalena Bercalli.
Con “Il terzo giorno. La prima indagine del Commissario Colasette” – da settembre in libreria con La Nave di Teseo (448pp, 18Euro) – Paolo Nelli, costruisce un poliziesco dalla trama complessa e inaspettata, per condurre il lettore attraverso le più recondite pieghe dell’animo umano. Un’indagine in cui vittime e carnefici rischiano di scambiarsi di ruolo, al riaffiorare di lontani ricordi, abusi infantili subiti, manifestazioni di una violenza insita nel codice genetico.
Ma le indagini del Commissario non sono fine a sé stesse, a Colasette interessa prima di tutto che la sofferenza non diventi normalità, che la paura non porti all’indifferenza, e che “quelli che non sanno niente ma hanno sempre ragione, quelli che non vogliono stranieri tra i piedi” non diventino la classe dominante.
Paolo Nelli ci consegna così un romanzo asciutto, magistrale nella struttura come nella prosa, di forte suggestione emotiva, in cui il lettore finisce per sentirsi parte della storia, restando con il fiato sospeso per le sue oltre 400 pagine.

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