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Musica

L’arte di Leonard Cohen

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di Gordiano Lupi

Rocco Rosignoli è un autore che conosciamo bene, sia per aver apprezzato una sua monografia sul film Il laureato, che per alcune raccolte di poesie, oltre ad aver comprovato le indubbie qualità canore, in perfetto stile cantautore italiano. Adesso lo scopriamo saggista musicale dallo stile piano ed esaustivo, semplice ma completo, intento a elaborare un lavoro originale su Leonard Cohen, da un punto di vista nuovo, quello legato alla fede religiosa, alla cultura ebraica del cantautore canadese. Cohen nasce poeta e romanziere, legato ai testi sacri ebraici, persino al cattolicesimo, per finire con una tensione verso il buddismo, da un punto di vista contemplativo, senza tradire la sua fede originaria, ma fondendo le convinzioni divine con l’ascesi spirituale. La vita è sconfitta, afferma Cohen, nel suo pessimismo cosmico leopardiano, ma la sconfitta non è tanto annullamento nichilista, quanto predisposizione all’ascolto della disperazione fino a riconoscersi in un altro essere umano, per affrontare meglio la solitudine. Cohen è giovane poeta di successo per pochi eletti e per una ristretta cerchia di appassionati, che passa alla canzone d’autore, diventando un gigante del 900, pur non arrivando mai ai livelli commerciali di altri grandi musicisti. Le canzoni del poeta canadese impiegano anni per uscire dalla penna e per trovare gli accordi giusti, mentre quelle di Bob Dylan fluiscono libere e rapide, scritte di getto, quasi improvvisate. Cohen non ha una formazione da musicista professionista, ma conosce la chitarra e ha una voce intonata, il suo primo album è Songs of Leonard Cohen, tutto giocato sul sei ottavi, composto di pezzi molto armonici, che non possono essere definite poesie cantate. Rosignoli si sforza di dimostrare che nei versi di Cohen è sempre presente una tensione divina, una trascendenza palpabile, la volontà di ricercare un’unità delle coscienze attraverso i principi dell’insegnamento divino. Un uomo che in politica aveva poche idee e tutte confuse, aveva tutto chiaro in ambito religioso, narratore senza parole, ma con le strofe giuste ispirate al trascendente anche quando raccontano la vita di donne reali o di fantasia come Giovanna D’Arco e Suzanne. Non c’è da stupirsi come la poetica di Cohen possa aver affascinato un cantautore anarchico come Fabrizio De André, che ha messo in musica traduzioni libere, molto più laiche, ispirate alle canzoni originali dell’artista canadese. Se amate Leonard Cohen, questo saggio popolare ma complesso (non è facile ottenere il duplice scopo) non può mancare nella vostra biblioteca.

Rocco Rosignoli
L’arte di Leonard Cohen – Tra storia, musica ed ebraismo
Mimesis/Musica contemporanea – Euro 14 – pag. 150
www.mimesisedizioni.it

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