Lo Zibaldone
La vita lenta
di Laura Musso
Quaranta anni, un dottorato in letteratura francese, un lavoro precario. Mounir vive a Parigi in rue de Turenne, nel cuore dello storico quartiere Marais. Segni particolari: gay di origine marocchina. Al piano di sopra vive Madame Marty, ottanta anni. Tra i due nasce un legame di amicizia, quasi di complicità: entrambi, isolati, esclusi e invisibili, una lotta quotidiana per sopravvivere. Qualcosa però si spezza: la loro amicizia assume i toni dell’incubo, continui scontri fino alla denuncia di Madame Marty e l’intervento della polizia. L’andamento circolare della storia si chiude in un finale inatteso. Il ritmo del racconto è incalzante, e lascia senza fiato. La vita lenta ha i caratteri del bildungsroman, ma anche quelli dello stream of counsciousness. Una storia raccontata in prima persona, Mounir libera i suoi pensieri così come si affollano nella sua mente: un lungo monologo recitato ad alta voce per gli altri protagonisti e a tratti interrotto dalle loro voci. Ma anche un monologo interiore dove emergono sentimenti, emozioni, sensazioni e passioni. Mounir, attraverso la tecnica del flashback, condivide con il lettore i suoi ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, episodi descritti in modo vivido, crudo, tranche de vie che lasciano trapelare situazioni reali. Pagina dopo pagina si ha la sensazione che Mounir viva un delirio o un sogno, sospeso tra immaginario e realtà che lo porta inevitabilmente all’angoscia della consapevolezza di appartenere ad un mondo diverso. Abdellah Taïa, nato nel 1973 a Salé, Marocco. Scrittore, regista, sceneggiatore, studioso di letteratura francese ad oggi vive stabilmente a Parigi. La vita lenta è il suo ultimo romanzo, accolto con favore dalla critica, segnalato al Premio Renaudot, al premio Goncourt 2019 oltre alla menzione speciale al Premio Roman Gay 2019. Traduzione dal francese di Stefano Valenti.
Abdellah Taïa,
La vita lenta,
Funambolo, 2021
pag.230, € 17,00.
– recensione pubblicata sul numero di Ottobre 2021, sul quale Per errore, è stata inserita una copertina inesatta. Ci scusiamo con la casa editrice e con l’autore
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