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Musica

Inno e dischi

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di Federico Mussano

In quella che potremmo definire “archeologia discografica” un posto di rilievo lo occupa la Zon-O-Phone, azienda fondata nel 1899 nel New Jersey e nota per i suoi 78 giri di successo. Il successo della Zon-O-Phone (o Zonophone, questo il nome che decise successivamente di adottare) si sparse per il mondo, attraversò l’oceano e la International Zonophone sbarcò in Italia con il nome di Zonofono. Uno dei primi dischi pubblicati nel nostro paese fu registrato nel dicembre 1901: l’interprete era la Banda di Milano (o “Banda de Milano”, così si legge sull’etichetta) diretta da Pio Nevi e il brano è l’Inno di Mameli. L’accurata ricognizione storica e discologica effettuata da Gianluca Tarquinio, autore del libro Il Canto degli Italiani – Storia e discologia dell’Inno Nazionale Italiano (1901-2011) ci mostra questo 78 giri come la prima testimonianza di registrazione discografica del nostro inno… ce lo mostra non solo nel testo – nella parte storico-filologica e nella prima delle 184 schede del volume (scheda su cui leggiamo come, per sottolineare gli accenti forti delle singole battute, vi sia un tamburo «metronomicamente assillante»!) – ma anche nell’ascolto. Grazie infatti alla collaborazione di Domenico Pantaleone, uno dei maggiori possessori di supporti sonori in Italia, a corredo del volume c’è un CD con dieci esecuzioni storiche dal 1901 al 1957, da quella della banda diretta da Pio Nevi nel 1901, di cui già si è detto, alla prima esecuzione con la parte cantata (nel 1902 ad opera del baritono Luigi Baldassarri) e ad altre registrazioni per finire con il coro dell’Associazione Nazionale Alpini di Milano diretto da Virgilio Piubeni nel dicembre 1957 (e sempre nel 1957, ma a marzo/aprile, c’era stata un’esecuzione dell’Inno di Mameli a cura della Banda dell’Arma dei Carabinieri diretta da Domenico Fantini: numerose sono state le riedizioni, ben sette dal 1962 al 2010).

L’avvincente storia del Canto degli Italiani si completa, in questo interessante libro che Tarquinio (musicista, diplomato in clarinetto al Conservatorio dell’Aquila e membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Abruzzese di Studi Musicali) ha saputo scrivere valorizzando gli eventi storici del XIX e XX secolo nonché le celebrazioni del 2011, con una serie di immagini, dal frontespizio dello spartito autografo di Michele Novaro alla prima stesura manoscritta del testo in cui l’incipit concepito da Goffredo Mameli era «Evviva l’Italia» e non «Fratelli d’Italia».

GIANLUCA TARQUINIO

Il Canto degli Italiani

Edizioni Kirke, 2016

pp. 128, euro 15,00 (libro+CD)

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