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Il Rinascimento trionfa ad Urbino con Raffaello e Baldassarre Castiglione
di Mario Di Nicola
Un appuntamento da “Cortigiani”. La “cura culturale” di Sgarbi per assaporare i Volti e i Momenti di vita del tempo Rinascimentale.
Lo annuncia lo stesso Sgarbi, la mostra che si è aperta il 19 luglio nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale di Urbino, vuole essere la massima rappresentazione dello studio del Rinascimento Italiano, con la lettura di tutta l’opera dei due grandi artisti, Raffaello e Baldassarre Castiglione, legati alla corte del tempo della città ospitante l’evento. Primo evento nelle diverse celebrazioni raffaellesche che seguiranno in successione, l’appuntamento è supportato dal Comitato nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello, dal Comune di Urbino, Regione Marche, Galleria Nazionale delle Marche.
Con Elisabetta Soletti, altra curatrice della mostra e con l’allestimento dell’intero evento da parte della Maggioli Cultura, la mostra è da considerarsi un momento socio – culturale di vitale importanza per la conoscenza e lo studio delle attività umane del nostro glorioso passato storico rinascimentale, riferito all’arte della pittura, della scrittura e non solo. Lo stesso Presidente Onorario del Gruppo Maggioli, Manlio Maggioli, ha dichiarato di essere onorato che la sua azienda, sia stata incaricata all’organizzazione degli spazi della mostra e della edizione del Catalogo correlato.
Sette sezioni piene di opere di notevole importanza, permeate e corroborate da contenuti multimediali, che aiutano a ben comprendere il susseguirsi della mostra, solleticando il visitatore con immagini e visualità atte a sviluppare la sfera emotiva del percorso culturale storico dell’evento. A ricamo e a rafforzare i contenuti della mostra, troveranno posto anche antichi manoscritti, edizioni, musica, medaglie, monete, armi, abiti del tempo, che rappresenteranno la “sfaccettatura rinascimentale”, attraverso il loro contributo visivo e sociale del tempo.
La figura di Baldassarre Castiglione (1478-1529 – mantovano di nascita e adottato da Urbino) è al centro dell’evento. Umanista, diplomatico e militare, letterato, viene ricordato per i suoi servigi alla Stato della Chiesa, al Marchesato di Mantova e al Ducato di Urbino. Famoso per il suo “Cortegiano” tradotto in diverse lingue del tempo, Castiglione ha voluto scrivere i “modelli” di comportamento per l’aristocrazia e alta società del rinascimento italiano e non solo. Da sempre considerato artista di grande intelligenza, ebbe tra le sua amicizie e rapporti di lavoro, nomi illustri del tempo. Per primo lo stesso Raffaello, per poi “passare” a sovrani, papi, intellettuali, poeti, letterati, scrittori. L’intera mostra descriverà attraverso le sue “lettere”, il rapporto avuto con il duca di Urbino, Guidobaldo da Montefeltro, con Leone X, con gli Sforza, i Medici e ancora i rapporti intervenuti con l’imperatore Carlo V, Leonardo, Tiziano e altri.
Lo stesso Vittorio Sgarbi (prosindaco di Urbino), ha dichiarato che la mostra è “innovativa e originale, è un racconto nuovo che si estende oltre la pittura e ricostruisce una personalità centrale del Rinascimento italiano e europeo”. Continua disegnando Castiglione come il “cronista di un tempo che senza di lui non conosceremmo. Un artista che ha scritto il libro più straordinario sul Rinascimento che fu giudicato da Gramsci più importante dell’Orlando Furioso, perché come Il Principe di Machiavelli racconta temi, ritmi, tempi, il teatro, la letteratura, la musica, la pittura di un’epoca.”
Infine il critico d’arte ha dichiarato che “non potendo avere opere originali, si è riusciti ad avere oggetti bellissimi che testimoniano il gusto ed il collezionismo di Castiglione e di aver chiesto a Lino Frongia, autore dei falsi più ingannevoli del mondo, di fare una copia del ritratto di Castiglione, che probabilmente farebbe impallidire lo stesso Raffaello.”
“A Baldassarre Castiglione e a Raffaello – ci dice Elisabetta Soletti – si deve l’affermazione del primato culturale del Rinascimento italiano in tutta Europa. Vissero un periodo d’oro che durò meno di venti anni, dall’arrivo del grande umanista a Urbino, alla morte del pittore a Roma nel 1520, a quella di Papa Leone X l’anno successivo”. Una nota di grande interesse è anche la presenza nella mostra della lettera che Raffello e Castiglione scrissero a Leone X, per salvare le memoria di Roma, come “scriveva “anche Pietro Bembo. Lettera che viene definita da Sgarbi “fondamentale per la nascita della salvaguardia del patrimonio artistico”. Il gioco forza della mostra, è il messaggio della parola intesa come lingua universale tra quelle letterarie, dei pittori, dei musicisti e poeti. Una lingua del passato, “alta” e volgare, che attraverso le opere presenti, rappresenta il degno lavoro della cultura di quel periodo, che pervade il sentimento di conoscenza.
Tra le opere del Raffaello ci saranno “pezzi” dal Louvre, Uffizi, Palazzo Pitti, Washington, Troverà posto anche il celebre lavoro che esalta Luca Pacioli e la matematica, e il pastello di Leonardo: il ritratto di Isabella d’Este.
Riprende Sgarbi su Raffaello: “Urbino è il luogo che Raffaello non può dimenticare, è il luogo della sua infanzia, è il luogo di Piero della Francesca, è il luogo dei suoi amori, è il luogo della bellezza, dell’architettura, delle belle donne che lo porteranno alla dannazione. Bello e dannato. Io credo che ricordarlo voglia dire vedere in Raffaello il punto di arrivo di una vita compiuta. In soli 37 anni egli ha fatto quello che un altro uomo non avrebbe fatto nemmeno in 100. Raffaello non è solo Rinascimento, è perfezione, è armonia, è l’arte che vince la natura». Di fatti, oltre alla mostra del Palazzo Ducale, è stato presentato anche l’itinerario da compiere per i visitatori, su “Raffaello bambino”, che toccherà 10 luoghi dove il pittore soggiornò.
Il viaggio da effettuare con Raffaello, prevede ulteriori “fermate”. Infatti altri dipinti del maestro, saranno presenti in altre località delle Marche, dove il messaggio Rinascimentale, si racconterà in egual misura, grazie agli allestimenti e preparativi del caso. Tra i quali, a Loreto, fino al 30 agosto, presso il Bastione San Gallo ( che ospita L’arazzo di Anania e Saffira ) e in autunno presso il Museo Pontificio della Santa casa, dove troverà si presenterà : La Madonna del Velo o Madonna di Loreto di Raffaello. Storia avventurosa e successo di un’opera, dedicata al celebre dipinto andato disperso.
La rassegna sarà attiva fino al 1 novembre e certamente rappresenta la possibilità di dedicare le vacanze estive di “quest’anno particolare e tormentato da vicende tristi e gravi”, alla scoperta della nostra Italia dotta, culturale e benefica. Informazioni e prezzo del biglietto, sui siti istituzionali dedicati.
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