Lo Zibaldone
Il fratello di Pennac
Ironico, divertente e bizzarro, Daniel Pennac ci ha sorpreso con la sua ironia e i suoi personaggi fantastici. Protagonista del pluripremiato Diario di Scuola, non c’è un libro che non abbia colpito nel segno, ma ancora non l’avevamo visto alle prese con un dolore personale: la morte di suo fratello maggiore Bernard.
Un legame importante fin da piccolo, una scudo protettivo alla sua intelligenza irrequieta e brillante, ben diversa da quella pacata e riflessiva di Bernard. Il libro Mio fratello è come una intensa fotografia che ritrae Bernard e Daniel, evidenziando la solarità di Daniel e l’abbraccio protettivo di Bernard.
Pennac ne traccia il ricordo in modo esemplare e con tutta la raffinatezza culturale di cui è capace, in un tributo tenero e schietto, attraverso un celebre racconto di Hermann Melville, Bartleby lo scrivano, il cui protagonista, pur portando avanti il suo lavoro di copiatore, ad ogni richiesta estemporanea del notaio rispondeva “Preferirei di no”.
Dopo sedici mesi dalla scomparsa del fratello, Pennac sente la presenza di Bernard e decide di realizzare in una lettura scenica la storia dello scrivano di Melville, preferito da entrambi i fratelli, in cui lui stesso recita la parte del notaio.
Così, ogni capitolo di Bartleby viene accostato ad un ricordo di Bernard, la cui intelligenza posata e silenziosa, capitola nella malattia del Parkinson, che spegnerà lentamente la sua vita come nel tragico epilogo di Bartleby.
Una storia inconsueta, commovente e profonda, originale come tutti i libri di Pennac, con una introspezione legata non solo al ricordo del fratello mancato ma anche all’amore per la letteratura.
Per tutta la vita avevamo recitato insieme. Salivo sul palcoscenico come se lui fosse stato tra il pubblico. Come se gli restituissi il biscotto allo zenzero che un giorno mi aveva offerto:” Gradisci un Bartleby?”
Daniel Pennac
Mio fratello
Feltrinelli, 2018
pp.125, Euro 14,00
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