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Il Colibrì di Sandro Veronesi vince il premio Strega 2020
di Fernanda Patamia
Un’edizione insolita quella del Premio Strega 2020, con ben sei finalisti e, ad aggiudicarsi la vittoria del più ambito premio letterario italiano è Il Colibrì di Sandro Veronesi edito da La nave di Teseo.
La proclamazione del vincitore della LXXIV edizione del Premio è avvenuta il 2 Luglio al Ninfeo del Museo Etrusco Nazionale di Villa Giulia. La serata, in diretta su Rai3, è stata condotta da Giorgio Zanchini e Corrado Augias come ospite speciale.
A contendersi il prestigioso riconoscimento letterario c’erano anche:
– Jonathan Bazzi con “Febbre” (Fandango Libri);
– Gianrico Carofiglio con “La misura del tempo” (Einaudi);
– Gian Arturo Ferrari con “Ragazzo italiano” (Feltrinelli);
– Daniele Mencarelli con “Tutto chiede salvezza” (Mondadori);
– Valeria Parrella con “Almarina” (Einaudi)
Il colibrì ha battuto con 200 voti La misura del tempo di Gianrico Carofiglio (Einaudi) fermo a 132, romanzo che ha incendiato la gara soprattutto perché facente parte di una serie, quella dell’avvocato Guido Guerrieri.
Sandro Veronesi ha spiegato quale metafora si cela dietro la scelta di questo titolo. Marco Carrera, il protagonista del libro, viene chiamato “colibrì” da bambino per il suo aspetto minuto mentre da adulto per la sua capacità di rimanere fermo, immobile sul suo posto mentre tutti fanno passi avanti. Una caratteristica tipica del colibrì che “batte le ali, continuamente, una fatica immane per rimanere fermo”.
Quella di Carrera è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno.
Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.
Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita.
Fiorentino, laureato in architettura, Veronesi conquista il podio dello Strega per la seconda volta, la prima nel 2006 con Caos Calmo edito da Bompiani.
Prima di lui solo Paolo Volponi aveva vinto due volte: nel 1965 con La macchina mondiale e nel 1991 con La strada per Roma.
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