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Elba Book e le mappe del pensiero indipendente
Per la nona edizione il festival isolano imposta nuove rotte verso una visione emancipata della cultura, liberata dai soliti monopoli, a partire dalla geografia della distribuzione editoriale.
Giunto alla sua nona edizione, da martedì 18 a venerdì 21 luglio, Elba Book Festival torna a riempire di pubblico ed eventi culturali il borgo suggestivo di Rio nell’Elba. Il tema di quest’anno, comune con la Fiera del Libro Argonautilus di Iglesias (entrambi appartenenti alla Rete Pym), non a caso è Mappe.
«Le mappe sono rappresentazioni semplificate dello spazio, spesso geografico, ma anche mentale e concettuale. Sono detonatrici di stupore quando le sfogliamo nel nostro primo atlante del mondo, permettono alla mente di un bambino di viaggiare in un altrove senza spostarsi dalla propria cameretta, scatenano la nostra fantasia e la nostra curiosità con l’enigma di certi toponimi misteriosi – afferma Marco Belli, direttore artistico della manifestazione – ci chiediamo chi mai abiterà su quel lago incastonato tra le montagne a 2763 chilometri da casa nostra o come ci si sente a vivere nei pressi di un confine tracciato con violenza dall’essere umano. Abbiamo un’urgenza di orientamento in un mondo complesso sempre più semplificato e inaridito da un pensiero unico, la varietà della mappa ci aiuta a tracciare legami tra idee e fatti, ci aiuta a riscoprire la nostra voglia di utopia e l’esigenza di combattere i sistemi sociali iniqui. Mappa genetica, mappa concettuale, mappa cognitiva. Le mappe possono essere strumenti di oppressione o di liberazione, ed è proprio questa ambiguità che stimola la creazione di nuovi immaginari o allena alla nobile arte della decifrazione autentica del territorio». Ed è il supporto al territorio, nonché alle piccole realtà editoriali indipendenti che ben descrivono le condizioni socio-geografiche delle regioni, il motore motivazionale di Elba Book e dei suoi ideatori nel loro impegno costante per la cultura e la promozione delle dimensioni locali, affinché il filo conduttore con il resto dello stivale sia sempre ben saldo e radicato.
«Nei libri di avventura spesso il protagonista cerca di interpretare un’antica mappa per raggiungere un tesoro dimenticato: la cosa più importante, però, non è la scoperta in fondo a una grotta umida di un baule pieno di gemme e diamanti, ma la ricerca coraggiosa che il protagonista del racconto fa di se stesso, un processo di autocoscienza, sempre crepuscolare, che è iniziato dopo il rinvenimento fortuito di un pezzo di carta mezzo rotto nascosto in una soffitta», continua Belli nella sua illustrazione del progetto, più che mai denso di idee e della volontà di lasciarsi alle spalle la depressione economico-culturale postpandemica. Per il terzo anno consecutivo, non mancherà, all’interno del palinsesto, il Premio Demetra, punto di convergenza strategico e stimolante tra ambiente e letteratura. Saranno cinque le categorie in concorso: saggistica, saggistica straniera, narrativa, libri per ragazzi e graphic novel. Nel denso programma, sono previste numerose tavole rotonde tematiche, composte da giornalisti, scrittori, editori e operatori culturali come Hans Georg Berger (fotografo), Tomaso Montanari (storico dell’arte), Ilide Carmignani (traduttrice), Eleonora Carta (scrittrice), Ermete Realacci (ambientalista), Marco Zapparoli (editore) e molti altri. Un appuntamento fisso con la mappatura concettuale del panorama culturale italiano, in uno dei più romantici borghi italiani. Il programma nel dettaglio su www.elbabookfestival.com
(Gisella Blanco)

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