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Narrativa

Adriana Assini. “Agnese, una Visconti”

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di Cristina Bulgheri

A minare la diffusa e comune convinzione che il femminismo sia un fenomeno moderno targato anni Settanta ci pensano le donne “dipinte” (e il termine non è casuale vista anche l’abilità con gli acquerelli dell’autrice) da Adriana Assini, la scrittrice romana tornata in libreria con un nuovo romanzo storico, questa volta dedicato al tardo Medioevo e incentrato sulla figura di Agnese Visconti.

“Agnese, una Visconti” è infatti il titolo emblematico che, nel semplice spazio di una virgola, contiene tutto il carattere e l’orgoglio di una ragazza del tempo delle Signorie, legata alla sua famiglia e alla sua città. “Agnese amava in modo particolare Milano. Ed era sì fiera del nobilissimo nome dei Visconti da non poterne apprezzare un altro in modo eguale”. Coraggiosa, caparbia, indomita: l’Agnese che Adriana Assini ci racconta nel suo libro, uscito ancora una volta per la casa editrice partenopea Scrittura & Scritture, è la figlia prediletta di quel Bernabò Visconti che, sul finire del Trecento, governa la città di Milano. Uomo di potere, stratega, politico arguto ma anche padre affettuoso: per la sua Agnese, a lui somigliante per connotati e carattere, ha certamente un debole. Ma il matrimonio che predispone per lei con il futuro signore di Mantova, Francesco Gonzaga, trova la resistenza della giovane ragazza, che avrebbe voluto essere tra le poche ad avere “il privilegio di scegliere con chi dividere il tetto e il sonno”.

Attaccatissima alla sua terra e al “biscione” che troneggia nello stemma di famiglia Agnese, oltre ad essere una Visconti, è prima di tutto un’antesignana per la sua epoca, donna tutta d’un pezzo che sfida convenzioni e regole ritenute ingiuste, guerriera fino allo strenuo nella difesa delle proprie convinzioni e delle proprie passioni. Semplicemente una donna moderna (riduttivo definirla femminista) cresciuta tra le pagine di Dante e Petrarca, imbevuta dei sentimenti che uniscono Tristano ed Isotta o Lancillotto e Ginevra. Quell’amor cortese, reciproco e contraccambiato, così tanto lontano e diverso dal matrimonio combinato che il padre aveva deciso per lei, da indurla a seguire il cuore fino al punto di pagare un prezzo altissimo.

Dopo Juanita, protagonista de “Le rose di Cordova”, dopo la Manon di “Un caffè con Robespierre” e Giulia Tofana, ideatrice dell’acqua malefica che le deve il nome, la scrittrice romana recupera tra le maglie di una Storia, solitamente costellata di nomi al maschile, un’altra figura di donna che, con il suo carattere, la sua personalità, il suo carisma ha segnato l’epoca in cui è vissuta, sfuggendo però, come spesso accade ai personaggi femminili, all’attenzione degli storiografi.

Adriana Assini

Agnese, una Visconti

Scrittura & Scritture, 2018

pp. 319, Euro 14,50

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