Lo Zibaldone
L’estate dei fantasmi
L’estate è ormai finita da un po’, ma i lettori possono ritrovarla (isolana, mediterranea, rovente e inebriante) nel romanzo di Lawrence Osborne L’estate dei fantasmi; anche se il titolo originale inglese è piuttosto Beautiful Animals. Titolo il quale viene ripreso in un’espressione che fotografa Naomi e Sam ‒ le protagoniste di questa storia in bilico tra il thriller e il racconto psicologico ‒ allorché una di esse, alquanto autocompiaciuta, afferma di sé e dell’amica: “Che begli animali siamo… belli come pantere”. Da questa formula all’insegna d’un estetismo/narcisismo allarmante possiamo già cogliere tracce della vacuità che caratterizza le due ragazze: entrambi ricche, ciniche, annoiate e costrette dalle circostanze a trascorrere l’estate nell’isola greca di Idra: tra aperitivi in terrazza, party alcoolici, spinelli ed escursioni in yacht. Sembra che nulla riesca a sconfiggere il tedio da cui esse si sentono invase, finché un giorno si imbattono in un naufrago: fascinoso e misterioso quanto basta per stimolare il loro interesse.
È soprattutto Naomi, in uno slancio improbabilmente caritatevole, a volersi occupare del profugo Faoud; non già per sincera generosità o altruismo ma solo per vivacizzare la propria (e altrui) spenta estate. Anche Sam contribuirà ad aiutare il giovane, pur senza troppo entusiasmo, ma incapace di opporsi ai piani sempre più audaci ed anticonformisti dell’amica, decisa a trasformarsi in una sorta di Robin Hood in gonnella e a derubare il proprio padre a beneficio dell’emigrante. Sarà l’inizio di un noir a tinte sfumate ma non per questo privo di mordente. Difatti, per tutta una serie di incomprensioni/improvvisazioni, in molti finiranno male, anzi malissimo. Ed il divertissement o la commedia di mezza estate inscenata Da Naomi e Sam si muterà prima in dramma, quindi in tragedia.
Mi fermo qui con la trama per non guastare ai lettori il prosieguo di un romanzo fitto di colpi di scena, fra decisioni aberranti e delusioni cocenti, fatuità giovanile (ma non solo), incomunicabilità generazionale e comparse che di volta in volta l’autore riesce a trasformare in personaggi a tutto tondo (quasi in co-protagonisti, oserei dire), rivelando una maestria narrativa fuor del comune. Resta, alla fine della storia, l’amaro in bocca per il piccolo mondo borghese/inglese descritto dall’autore. Un mondo assolutamente privo di morale e disinteressato riguardo a tutto quanto non faccia parte della propria classe sociale e che inoltre tanto piccolo non è, giacché i suoi confini si estendono ben oltre l’isola di Idra, allorquando i ricchi villeggianti ritornano in Inghilterra o in America.
In apertura della recensione parlavo del titolo italiano, che si discosta alquanto dall’originale. Riflettendoci sopra, tuttavia, esso risulta davvero intelligentemente allusivo. Infatti molti fra gli attori di questa vicenda o diverranno fantasmi, finendo morti ammazzati, o rimarranno tali: essendo vacui, privi di spessore autentico, fittizi, inconsistenti e ingannevoli come gli spettri. Questa la fauna umana che attraversa del tutto inconsapevolmente un’estate fatta solo di raggiri e menzogne. E forse saranno in primo luogo le bugie dette a se stesse e gli autoinganni di Naomi e Sam ad essere le condotte (i misfatti) più imperdonabili.
La critica inglese ha definito Osborne il novello Graham Greene: scrittore verso cui Osborne nutre ammirazione ma che egli, in una recente intervista, non ha elencato tra i suoi riferimenti letterario-stilistici, citando semmai Patricia Highsmith e Paul Bowles. Il suo stile romanzesco ‒ solo superficialmente definibile come old style ‒ è tuttavia personalissimo e inedito. Con altri narratori inglesi ‒ specie del passato ‒ egli ha soltanto questo in comune: l’amore per viaggi ed i luoghi esotici e lontani, ove soggiornare e in cui ambientare vicende inquietanti quanto basta per catturare l’attenzione del lettore, e per non farsela sfuggire più; com’è successo quantomeno al sottoscritto, che una volta aperto il torrido libro di Osborne se n’è distaccato solo dopo aver concluso l’ultima pagina.
Lawrence Osborne
L’estate dei fantasmi
Adelphi 2020
pp. 285, euro 19,00
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