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Longseller: il caso Simenon

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Attualmente in classifica con “L’Angioletto” (Adelphi), Georges Simenon, classe 1903, non smette di stupire per la sua longevità in libreria.

di Marco Piscitello

Padre del giallo moderno o semplicemente grande del ‘900? L’unica certezza è che (ripubblicato da Adelphi) continua a scalare le classifiche ad ogni “nuova” uscita. Georges Simenon, creatore del Commissario Maigret, autore di oltre duecento titoli e punto di riferimento per ogni appassionato di detective fiction è morto nel lontano 1989, ma resta sempre attuale. Per l’autore di thriller Ugo Barbara la ragione è semplice: “La sua grandezza, da cui deriva la longevità dell’opera, sta nel fatto che era straordinario sia nella costruzione di romanzi gialli che di testi non di genere come Tre camere a Manhattan: non solo un abilissimo gestore di trame, dunque, ma un grande conoscitore dell’animo umano”. A un quarto di secolo dalla sua scomparsa Simenon può vantare decine di siti dedicati e un blog quotidiano di news (www.simenon-simenon.com), una sorta di biografia in progress realizzata dallo scrittore Maurizio Testa, ormai considerato un esperto assoluto dell’universo Simenon. “La sua forza fu rivoluzionare il romanzo – dice Testa – servendosi di una lingua comprensibile; usava a suo stesso dire solo 2.000 vocaboli: le “parole materia”, cioè termini concreti, conosciuti da tutti. Quanto ai contenuti ha sempre scritto di persone semplici, comuni come i suoi lettori, convinto che fosse il destino il solo giudice di queste vite, cioè delle nostre. Chiamava “le declic” quello scatto, quel piccolo evento, capace di cambiare l’esistenza della gente che dava il là alle sue trame”. Per Testa non è il padre del giallo moderno: “Simenon è padre di un giallo senza reali epigoni. Rispetto ai tanti che fanno noir oggi, il suo rifuggire dal sensazionalismo negli intrecci lo rende di fatto assai più vicino all’hard boiled americano. La grande innovazione di Maigret è Maigret stesso: prima non c’era mai stato un commissario/funzionario statale protagonista, si trattava anzi di un tipo di personaggio da mettere in derisione per far risaltare il genio dell’investigatore privato. Se ancora oggi Simenon va in classifica è perché la gente si ritrova nel suo linguaggio e nei suoi temi, d’altronde la sua fissazione era cercare l’uomo nudo, come diceva, spogliato dalle infrastrutture sociali e culturali. L’essenza dell’individuo”. Il 2013 è denso di anniversari per Simenon: 110 anni dalla sua nascita, 100 dalla prima inchiesta di Maigret (come indicato ne La prima inchiesta di Maigret, 1949), un secolo del commissariato parigino di Quai des Orfèvres (quello del poliziotto con la pipa) e due decenni dalla prima edizione di Maigret e il caso Simenon (Ed. Robin) dello stesso Testa, biografia strutturata come un’inchiesta di Maigret che a novembre rivedrà la luce in veste arricchita come vademecum per appassionati e fan. Tra i tanti, merita una segnalazione Roberto Cotroneo che di Simenon ha fatto addirittura il protagonista del suo ultimo libro: in Betty (Bompiani) il grande scrittore belga in persona, vecchio e malato, torna nell’amata Porquerolles per improvvisarsi Maigret.

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