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Virginia Woolf, “Il lettore comune”

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di Anna Trapani

“…l’Onnipotente, quando ci vedrà giungere con i nostri libri sottobraccio, si girerà verso Pietro e dirà, non senza una certa invidia: “Guarda, queste persone non hanno bisogno di onorificenze. Non abbiamo nulla da offrire loro. Hanno già amato leggere”. Così Virginia Woolf conclude il breve saggio “Come si legge un libro?” che fa parte del volume “Il lettore comune” edito da Elliot. Uscita nel 1925 e nel 1932 questa raccolta, presentata qui in un unico volume anziché in due, è composta da articoli pubblicati su prestigiosi giornali ma anche da scritti inediti.  Il filo conduttore è uno solo: la grande scrittrice inglese si pone la domanda del perché il lettore comune legge. Il critico e il recensore leggono per lavoro ma il lettore comune da cosa è mosso? Partendo dai capolavori  di alcuni grandi scrittori inglesi e non come Jane Austen, Montaigne, Mary Wollstonecraft, Defoe, Joyce, Charlotte Bronte, o i grandi autori russi (Cechov, Tolstoj, Dostoevskij) Woolf ne esamina le differenze stilistiche, l’humus storico da cui prende origine la loro letteratura, la fortuna letteraria, la capacità di catturare l’attenzione del lettore, con una tale maestria e piacevolezza da rendere questi brevi contributi un concentrato di giornalismo letterario tra i più pregevoli non soltanto del suo tempo. Su tutti questi preziosi contributi si erge un principio sempre valido: il lettore comune legge per il piacere che la lettura gli dà. Ci si può istruire leggendo, si possono ampliare i propri orizzonti culturali ma fondamentalmente: “Legge per piacere personale, non per impartire delle lezioni o per correggere le opinioni altrui. E’ guidato soprattutto dall’istinto di creare per se stesso un quadro d’insieme con tutti i frammenti nel quale si imbatte: il ritratto di un uomo, lo schizzo di un’epoca, una teoria sull’arte della scrittura”.  Perciò il lettore comune è ben diverso dal critico letterario, dal recensore e dallo studioso. Al fine e importantissimo lavoro di questi è dedicato il breve saggio “ Come impressionare un contemporaneo”. Altrettanto interessante è l’articolo “Del non sapere il greco” dove troviamo delle profonde considerazioni sulle opere di Sofocle, Euripide, Eschilo. Insieme a Platone, Socrate, Saffo, Virginia Woolf indaga paralleli letterari ed emotivi tra il mondo classico e il sentire anglosassone. In altre parole ci presenta tutta la sua vasta cultura letteraria inglese e non con il suo inconfondibile stile vivace e ammaliante.

VIRGINIA WOOLF,

Il lettore comune,

Traduzione di Elena Bollati,

Elliot, Roma, 2022,

Pag.530, E.25,00

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