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Ragazzi

Un viaggio complesso e originale nella Letteratura per ragazzi

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di Sergio Di Giacomo

Dobbiamo ringraziare Nadia Terranova, scrittrice messinese che con la sua raccolta di articoli, recensioni, scritti vari dal titolo “Un’idea dell’infanzia. Libri, bambini e altra letteratura” (Italo-Svevo, Verona) ci permette di navigare con acume e originalità, prendendo “una strada diversa dai soliti tracciati”, dentro il mondo della Letteratura per ragazzi. Il mondo che Nadia coltiva da sempre, ama e anima, come un nido da sorvegliare e mantenere caldo, sia come autrice che come studiosa. Una letteratura che non è “altra” ma è dentro il mondo della scrittura, superando l’idea stessa di specificità ghettizzante. La letteratura per ragazzi significa soprattutto libertà, “indica la strada, ma poi diventa invisibile”: romanzi di iniziazione che diventano capisaldi che “fanno nascere l’amore per la letteratura”. La nostra scrittrice lo dice senza dubbi: non esiste una letteratura “per ragazzi” in senso stretto, ma una letteratura “con dei ragazzi e dei bambini dentro”. Lo dimostrano anche tanti nostri scrittori “anfibi”, Calvino, Morante, Buzzati, Malerba, Masini, Pitzorno, che hanno alternato generi e visioni, muovendosi nelle varie “sponde”.

L’autrice degli acclamati romanzi “Gli anni al contrario”, “Addio fantasmi” (finalista allo “Strega”) e di “Omero è stato qui” sui miti dello Stretto dedicato proprio al mondo dei ragazzi, e non solo) ribadisce che i bambini vanno raccontati “con parole e con immagini complesse”, e, con decisione, a loro bisogna dare parole e immagini complesse. Bisogna andare quindi oltre la semplificazione, dato che non esiste una sola idea di infanzia ma molteplici, cagianti all’interno della stessa famiglia e anche nell’animo dello stesso bambino: tutto e mutevole e universale. Gli autori che la scrittrice racconta, recensisce, suggerisce sono quindi preziosi strumenti di approfondimento, a partire da Pinocchio, autentico “scrigno di simboli”: Nadia Budde e i bambini di Berlino Est, gli adolescenti di John Green, l’occhio onirico di J.Liao, ma c’è anche la più importante scrittrice greca per ragazzi Alki Zei, quella catalana Anna Llenas (sull’infelicità infantile), la disegnatrice-narratrice cagliaritana Vanna Vinci,etc. Tutti contributi per il lettore per ulteriori scoperte e riscoperte. Non possiamo non condividere le riflessioni conclusive della Nostra: “Tenere uno sguardo vigile sulla rappresentazione che diamo e che registriamo dell’infanzia significa occupare osservatorio privilegiato sul mondo nella sua complessità. Se una società si racconta attraverso la sua letteratura, quella per ragazzi, con le sue regole e a sua anarchia, con la libertà di un sottobosco, è la parte più interessante di quel racconto”.

 

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