Lo Zibaldone
Spaghetti western. Freak Show
Partiamo da una domanda: si può con un horror parlare con profondità di temi sociali come la xenofobia o il ruolo della donna? La risposta è che Paolo Di Orazio può. Questo libro è una scoperta sensazione, scritto magistralmente da un musicista e scrittore che il genere lo plasma da anni con la sua penna. Questo libro non cede mai un battito del proprio ritmo incalzante, ma allo stesso tempo riesce a trattare con il lettore temi molto lontani dal genere. Tutto il narrato si basa proprio sull’antagonismo tra la società e i suoi emarginati, i diversi, spesso occultati nei luoghi più bui e irraggiungibili. Quest’antagonismo spesso finisce con il provocare spaccature così profonde dalle quali solo il sangue può emergere. A tirare le fila tra parvente normalità e oscurità è il dottor Branzini, illuminato marchigiano, che in pieno ottocento vive l’antagonismo tra la propria medicina d’avanguardia e il contesto sociale arido e bigotto. Ma se Branzini è il personaggio cardine che si muove tra Vecchio e Nuovo Mondo, protagonista indiscusso in questo romanzo è il ruolo della donna con la sua forza di volontà portata così all’estremo da divenire il vero ago della bilancia sul corso degli eventi. Il linguaggio utilizzato da Di Orazio è un’ulteriore immersione nel periodo in cui accadono i fatti (fine ottocento) ma che non preclude in nessun modo la vivida evocazione di scene crude e raccapriccianti tipiche del genere. La narrativa di Di Orazio è una bella scoperta che va assolutamente condivisa.
Paolo Di Orazio
Spaghetti Western Freak Show
Watson Edizioni, 2020
pp.178 euro 16,00

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