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Pasolini inattuale

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di Giovanni Graziano Manca

Un documento storico apre questo interessante volumetto sulla “inattualita”” del pensiero pasoliniano, autore Giacomo MARRAMAO, professore di filosofia teoretica all’università degli studi Roma 3: è la trascrizione dell’ultimo discorso pubblico tenuto dallo scrittore e poeta di Casarsa nell’ambito di un dibattito tenutosi il 6 Settembre del 1975 al Festival dell’Unità di Firenze. Il documento contiene le motivazioni salienti che caratterizzano le ultime opere di Pasolini, in particolare l’opinione del poeta circa l’omologazione della società italiana di quegli anni e la conseguente progressiva distruzione  delle culture particolari e regionali (e quindi delle culture reali e del pluralismo su cui si è sempre fondata l’Italia). Si fa largo secondo Pasolini una forma particolare di potere che implica un nuovo modo di produrre. “Questo nuovo modo di produzione”, sostiene, “è caratterizzato, secondo me, da tre elementi: la grande quantità, il superfluo e l’ideologia edonistica. […] Questo nuovo Potere produce una nuova cultura, e questa nuova cultura è la causa di questa atroce acculturazione che rende tutti uguali, e nel modo peggiore e nel senso peggiore della parola.” Nel libro Marramao si chiede perché Pasolini e le sue opere suscitino scandalo nel nostro paese mentre altrove nel mondo continuano a essere considerate un punto di riferimento. Secondo Marramao, uno dei fattori decisivi della presenza di Pasolini sul piano internazionale è “rappresentato, oltre che dalla ben nota molteplicità delle forme espressive (dalla poesia al romanzo, dal saggio all’articolo “militante”, dal cinema al teatro), da alcuni aspetti linguisticamente rilevanti […]”. Tra i temi affrontati nel volume, la concezione pasoliniana del potere (il potere distrugge i soggetti, il suo grado estremo coincide in Pasolini “non con il “governo delle vite”, ma con un “teatro della crudeltà” che reca in sé la cifra di una totale, tragica impotenza del Potere rispetto alla multiforme vitalità e generativita’ di corpi che, essendo ingovernabili, possono essere solo manipolati, suppliziati e scomposti.”) ed altri che costituiscono elementi di conoscenza che aiutano, in una disamina di sapore squisitamente filosofico, a chiarire aspetti notevoli del pensiero di Pasolini: le analogie con Nietzsche, la contrapposizione operata da Pasolini tra il concetto di progresso e quello di sviluppo e l’antitesi tra tempo ciclico delle società tradizionali e tempo lineare della modernità, il rapporto che lo stesso Pasolini istituisce tra certe modalità e dimensioni diverse dell’esperienza temporale, è così via. Conclude Marramao che l’opera di Pasolini comincia oggi ad apparire come l’opera di un pessimista radicale, “come un donare dal corno dell’abbondanza.”

GIACOMO MARRAMAO

Pasolini inattuale/Corpo, Potere, Tempo – 90 pagg., euro 8,00 Mimesis edizioni, Milano 2022

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