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Paolo Cognetti arriva al cinema con “Fiore Mio”
di Sergio Auricchio
Appena avuta notizia dell’uscita del film “Fiore Mio” di Paolo Cognetti, di cui ho letto praticamente tutti i libri, il 25 novembre mi sono precipitato al Cinema Lux di Roma. La sala era piena e per fortuna sono riuscito a trovare un buon posto.
Il film, scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti, è ambientato nelle montagne della Valle d’Aosta. Lo scrittore è ripreso a camminare in montagna con il suo cane Laki, a visitare rifugi e soprattutto ad incontrare persone che come lui amano le montagne. Così incontra l’amico di una vita Remigio, che conosce ogni luogo della Val d’Ayas. Ci sono Corinne e Mia, donne dei rifugi che accolgono tutti con il sorriso. C’è Arturo Squinobal, una vita dedicata alle montagne, seguito da sua figlia Marta, impegnata nel rifugio vegano l’Orestes Huette.
Quello che colpisce e accomuna tutte queste persone, che pur fanno una vita dura, sono gli occhi che mostrano serenità e il sorriso con cui accolgono le persone. E a proposito di serenità, una delle protagoniste, che pratica e insegna yoga a chi arriva al rifugio, a un certo punto parlando con Cognetti afferma di non credere più in Dio, ma nello stesso tempo sentiva il bisogno di spiritualità che ha trovato con lo yoga, la meditazione e le montagne.
Il film si sviluppa lentamente come il passo di chi sale in montagna, pieno di poesia non solo nelle parole dei personaggi che lo animano ma anche per il paesaggio rappresentato con una eccezionale fotografia.
In qualche modo il film mi ha ricordato “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, con la differenza che Olmi tratteggiava con grande poesia il mondo contadino che non c’è più, mentre Cognetti racconta il mondo di chi vive in montagna e che ancora resiste.
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