Articoli & Approfondimenti
Le infinite riscritture dei grandi narratori
Nel nuovo libro di Sabatini “Scrivere è l’infinito” edito da Vallecchi
Di Manlio Pirrotta
Dopo essersi fatto apprezzare come romanziere, con L’inganno dell’ippocastano e Primo venne Caino per Salani (il primo tradotto nei paesi di lingua francese), Mariano Sabatini rispolvera l’antico mestiere del giornalista e ci offre un’ampia inchiesta nel mondo di chi scrive per mestiere. Una autentica miniera di aneddoti, esperienze, manie, rituali racchiusi in Scrivere è l’infinito per la rinata Vallecchi Firenze, storico marchio rinato per volere di Manlio Maggioli. Lo scrittore e giornalista romano ha chiamato a raccolta nomi di prima grandezza, italiani e stranieri, come Cunningham, Deaver, Rankin, de Giovanni, Carlotto, Ravera, Maraini, Carofiglio, Verasani, Montanari, Ferrante, Oggero… ed impossibile citarli tutti perché sono circa un centinaio. A loro ha chiesto di misurarsi con gli aspetti peculiari della narrazione: l’incubo della pagina bianca, quante pagine scrivo solitamente in un giorno, l’uso degli aggettivi, degli avverbi, la costruzione dei personaggi, da dove vengono le idee, se conta più la disciplina o l’ispirazione. E via così.
Un testo fondamentale per chi vuole pubblicare un romanzo?
Credo di sì. Dal momento che è la motivazione quella che conta di più, perché ad esempio uno come James Ellroy afferma che ha cominciato a scrivere quando il desiderio ha preso il sopravvento, un libro del genere può essere considerato motivazionale. Ossia, guardando come hanno fatto e fanno loro – parlo dei narratori coinvolti- si può innescare una imitazione virtuosa.
Imitazione non è però creazione, o sbaglio?
Non parlo dei contenuti o dello stile, né delle trame. In quello si deve essere unici. Parlo di spinta, di osservazione e appropriazione. Gioacchino Rossini sosteneva che è più difficile osservare che inventare. Sono d’accordo. Per quanto mi riguarda è stato sempre così. Tante letture, poco studio, moltissimo apprendimento sul campo. Ho imparando facendo. In Tv ho avuto il migliore dei maestri, Luciano Rispoli, padre nobile del piccolo schermo. Quando ho deciso di scrivere romanzi l’ho fatto, dopo anni di giornalismo e di libri di carattere saggistico, sfruttando la contiguità con Elda Lanza.
Ricordiamolo, la prima presentatrice della Rai, autrice per Salani della fortuna serie dell’avvocato Max Gialardi.
Aveva questo romanzo nel cassetto, Niente lacrime per la signorina olga che ha poi avuto svariate ristampe, e io la indirizzai a Salani. I suoi romanzi hanno venduto oltre centosessantamila copie. Me ne parlava e me li faceva leggere in anteprima, osservando come faceva lei ho fatto anche io.
Il capitolo finale di Scrivere è l’infinito è dedicato a lei, infatti.
È un omaggio alla nostra amicizia, a lei ho anche dedicato il romanzo uscito in Francia per Actes sud. Le sue riflessioni sull’importanza della lettura, nell’intervista che le avevo fatto prima che mancasse, sono un utile sigillo a quanto dicono tutti gli altri scrittori, e cioè che non si può scrivere senza essere prima dei grandi lettori.
È proprio così?
Come potrebbe un chirurgo operare senza conoscere l’anatomia? Leggere è conoscere i gangli del meccanismo narrativo, assorbire il gusto della storia, delle atmosfere, del ritmo. Io poi se potessi leggerei e basta. Non scriverei, tanto è difficile. Come dice Lidia Ravera, donna di rara intelligenza, scrivere è regnare sull’infinito possibile, è libertà assoluta. E la libertà costa, pesa, fiacca. Lo sa chi trascorre un’intera giornata al pc.
Non ci saranno a breve sue nuove storie?
Non ancora un romanzo di Malinverno, il mio giornalista investigativo, perché lo sto terminando, ma dei racconti. Uno nella Vita invisibile per Avagliano, sul rapporto degli scrittori con il tema del sacro, in uscita tra pochi giorni. E poi un altro nei Delitti di lago per Morellini, a settembre. In ottobre, arriverà una mia fiaba per Chiaredizioni, Una cagnolina non vola mica, a cui tengo molto. Ma ora voglio sostenere Scrivere è l’infinito perché ci ho lavorato moltissimo e credo potrà essere utile agli aspiranti scrittori, e potrà piacere a chi semplicemente ama gli scrittori ed è curioso di frugare nelle loro botteghe artigiane.

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