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Lo Zibaldone - Recensioni

La piccola libreria degli amori persi e ritrovati

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di Elena D’Alessandri

 

Molto più di una semplice storia d’amore tra gli scaffali, “La piccola libreria degli amori persi e ritrovati” di Francesca Sbardellati, edito da Newton Compton (351pp., 12,90 Euro) è un romanzo crudo, onesto e commovente sulla dipendenza, sul lutto irrisolto e sul coraggio necessario per ricostruire la propria vita dalle macerie. L’autrice traccia un percorso di guarigione che passa attraverso il recupero di un amore perduto: quello per sé stessi.

 

La storia si snoda attorno a Laura, una quarantenne romana la cui vita, apparentemente perfetta – è sposata con Nicola, un ricco avvocato del centro storico, vive in un bell’appartamento a pochi passi da Villa Borghese, è madre di due bambine, Viola e Clara, e ben integrata nell’attività immobiliare della suocera Livia – è in realtà sul punto di crollare. Un affare andato male agisce da detonatore, spingendola a cercare rifugio nel luogo della sua infanzia: la vecchia libreria di Villa Borghese, dove la portava sua madre Rosa, morta prematuramente quando lei aveva appena 14 anni.

Nella libreria della propria infanzia non ritrova solo i ricordi della madre, ma anche Alfonso, l’uomo burbero e affascinante che un tempo era il ragazzo che sedeva alla cassa. Laura si offre di affiancarlo nel riordino della libreria e tra i due si sviluppa immediatamente una dinamica di attrazione-repulsione che scuote ulteriormente l’equilibrio già fragile della protagonista. Il fascino di questa nuova vita, unito alla dipendenza dall’alcool che crea una distanza siderale tra lei e Nicola, rende inevitabile la separazione dal marito.

L’allontanamento da casa porta però Laura ad una svolta cruciale. Trasferitasi dall’amica di sempre, Federica, decide, con un atto di grande forza, di prendersi una pausa da entrambi gli uomini – Nicola e Alfonso – per concentrarsi unicamente su sé stessa. Ed è così che ha inizio la vera ricostruzione: un processo a tappe, né rapido né semplice, in cui i libri agiscono da ancoraggio emotivo, simboleggiando la stabilità e la bellezza che cercava.

 

Sbardellati gestisce con abilità un doppio binario narrativo: da una parte la dinamica emotiva di Laura, sospesa tra Nicola e Alfonso che, pur non dominando la scena, funge da specchio della confusione interiore della protagonista; dall’altro, la dipendenza dall’alcol emblema di una fragilità più profonda e sfaccettata che rende il percorso di rinascita più rilevante e concreto. “La libreria degli amori persi e ritrovati” è un inno al coraggio di affrontare le proprie ombre, che ricorda al lettore quanto le passioni più vere, come quella per i libri, possano fungere da bussola anche quando abbiamo smarrito la strada di casa.

 

 

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