Lo Zibaldone
La famiglia è ancora qui: un cold case intrigante e dai molteplici risvolti psicologici
di Elena D’Alessandri
L’attesissimo sequel de ‘La famiglia del piano di sopra’ è un thriller che si sviluppa lungo tre piani temporali, creando un sapiente intreccio e giocando sull’espediente narrativo del cliffhanger che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, lasciando presagire un possibile terzo capitolo.
‘La famiglia è ancora qui’ di Lisa Jewell, pubblicato da Neri Pozza nella collana i Neri (384pp., 20 euro) è l’atteso sequel de ‘La famiglia del piano di sopra’ uscito nella stessa collana nel 2021. La narrazione si apre nel 2019, con il ritrovamento di un sacco pieno di ossa umane lungo le rive del Tamigi. Le indagini della scientifica, coordinate dall’ispettore Samuele Owosu, portano a un vecchio caso di un quarto di secolo prima: un (apparente) suicidio collettivo che aveva coinvolto una coppia e un terzo uomo, ritrovati nella cucina di una grande casa di Chelsea, al numero 16 di Cheyne Walk, i corpi allineati come in un rituale degno di una setta e una neonata piangente al piano di sopra. I 4 adolescenti che avevano vissuto segregati in quella casa degli orrori sembravano al contempo essersi dileguati, spariti nel nulla. Un’inchiesta che si era arenata con tre morti e 2 scomparse.
Quegli stessi personaggi che nel precedente volume erano adolescenti fragili, spaventati e con relazioni disfunzionali, ne ‘La famiglia è ancora qui’ sono adulti su cui continua a gravare quel pesante fardello. Henry Lamb ha una personalità affascinante e oscura: omosessuale, da adolescente era ossessionato da Phin Thomsen, figlio del loro aguzzino, tanto da essersi sottoposto in età adulta a diversi interventi di chirurgia plastica pur di assumerne i tratti; quest’ultimo, una volta adulto aveva deciso di seguire il suo sogno e andare a lavorare a contatto con gli animali in un resort eco-friendly in Africa; Lucy Lamb, sorella di Henry, dopo anni trascorsi in Francia come artista di strada sempre sul lastrico, è rientrata a Londra con i due figli piccoli un anno prima, ospite – non esattamente gradita – del fratello; grazie ad un’inattesa eredità può ora comprare una casa tutta sua. La neonata del 16 di Cheyne Walk è Libby, una donna sposata di 25 anni.
Ad arricchire il quadro Rachel Rimmer, svegliata al mattino presto nella sua casa londinese da una telefonata della polizia francese che ha rinvenuto il corpo di suo marito Michael nella villa di Antibes. Non ci sono segni di effrazione e numerosi sono gli interrogativi cui dare risposta.
La storia prende forma dunque lungo tre direttrici narrative – le indagini condotte nel 2019 dall’ispettore Samuel Owosu, le vicende di Rachel e Michael che oscillano temporalmente tra il 2016 e il 2019 e il passato di Henry e Lucy Lamb che si interseca con continui flashback nel loro presente, riportando a galla episodi, spesso traumatici, di 25 anni prima. I tre filoni, inizialmente autonomi, si intrecciano con l’incedere delle pagine in un crescendo di suspence, alimentata dall’espediente narrativo del cliffhanger e da imprevedibili colpi di scena.
Un romanzo scorrevole e appassionante in cui si riconosce la grande abilità dell’autrice nell’indagare la dimensione psicologica dei personaggi, sollevando quesiti importanti su quanto sia sottile a volte la linea di demarcazione tra vittime e carnefici. Un thriller ben riuscito, che gode di ‘vita propria’ rispetto al precedente, e che lascia il lettore senza fiato, fino all’ultima pagina.
Notice: Undefined variable: user_ID in /home/kimjcgib/public_html/wp-content/themes/zox-news-childfemms/comments.php on line 49
You must be logged in to post a comment Login