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L’ Apebook ronza nella periferia romana

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Sono oltre 200 le tessere d’iscrizione degli abitanti della Magliana alla bibliomediateca  APEBOOK, l’iniziativa targata AAMOD che dallo scorso dicembre vede portare la cultura in periferia mediante una biblioteca a tre ruote che concede libri in prestito e organizza proiezioni gratuite di docu-film sul quartiere e su specifiche tematiche.
L’operazione, messa in piedi dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, chiama infatti la gente del quartiere a portare in visione ogni tipo di documento audio-video-fotografico, generato dal proprio patrimonio familiare, per trasformarlo, attraverso laboratori integrati, in opera artistica. Ideatrici dell’iniziativa sono tre donne: una giovane archivista Alice Ortenzi, una studiosa specializzata in beni archivistici e librari, Letizia Cortini, e una regista, Monica Repetto, ognuna, a suo modo, amante delle storie da scoprire nelle pagine di un libro o nelle immagini di un film.
Ad arricchire l’offerta, che ha già sperimentato un grado di interesse da parte delle nuove generazioni, come anche di molti immigrati, anziani e donne residenti nel quartiere, curiosi sia di sperimentare la memoria storica del proprio contesto di appartenenza quanto anche di ascoltare, dibattere e interagire su racconti orali, film ed opere narrative, sarà proposto, dal 27 febbraio al 28 marzo, un nuovo ciclo di workshop interculturali e intergenerazionali dedicati ad audiovisivo, design e fotografia.
I tre workshop tematici avranno come protagonista la periferia multietnica della Magliana e confluiranno nella produzione di opere partecipate: un piccolo film documentario, libri illustrati e una serie di fotografie.
Se nel workshop audiovisivo “Percorsi di donne”, tenuto da Monica Repetto, si sperimenteranno tutte le fasi di un cortometraggio – dall’ideazione, alla sceneggiatura, alle riprese e alla postproduzione – per arrivare alla sua realizzazione, in quello di design, guidato dalla docente universitaria e designer Francesca Cattaneo uscirà un libro visuale, “Io book. Tracce di colore”, che partirà proprio dal colore quale strumento di conoscenza e di rappresentazione della nostra vita, con parole, disegni, fotografie. Infine, al ritratto, è dedicato il workshop di fotografia “Arte sotto l’argine”, curato dal fotografo Enrico Datti e incentrato a ritrarre uomini e donne del quartiere che fu edificato negli anni ’60 sotto l’argine del Tevere.
Lo sviluppo di laboratori misti per stranieri, giovani, anziani agendo sul patrimonio culturale (libri, immagini, audio, testi) promuove il dialogo, la cooperazione e un’identità culturale condivisa (il tema del femminile nel tempo e nelle culture), favorendo il rispetto dei valori di libertà e democrazia.
Il progetto è realizzato con il sostegno del PIANO CULTURA FUTURO URBANO, “Biblioteca casa di quartiere”, un programma finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, che promuove la cultura per favorire il benessere e migliorare la qualità della vita degli abitanti di quartieri complessi e problematici.

Fernanda Patamia

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