Articoli & Approfondimenti
Io sono Melville
L’autore ha incontrato Melville in una piovosa sera fiorentina, nel buio di un salotto, su un televisore che rimandava cappelli con la tesa e impermeabili dal bavero alzato: personaggi costretti a girare su loro stessi, irrequieti e instabili, ma affascinanti e mitici. La bibliografia disponibile da noi è scarna e, per quanto ineccepibile, quasi introvabile. Il testo fondamentale di riferimento, Il cinema secondo Melville a opera di Rui Nogueira in conversazione con lo stesso Melville, è ormai reperibile solo nelle librerie di appassionati cinefili. La storia di Jean-Pierre Grumbach, nato il 20 ottobre 1917 a Parigi, che diventerà presto Melville in onore di uno dei suoi idoli, Herman Melville, è troppo affascinante perché non venga raccontata un’altra volta. Non solo cinema (e che cinema!), ma rischi di ogni genere, litigi, difficoltà di produzione, invenzioni, contaminazioni a doppio senso. Melville, che prima di essere regista era cinefilo, elencatore seriale (celebre la sua lista di sessantatre registi americani per lui significativi, dalla quale era escluso Charlie Chaplin, perché lui è Dio) e appassionato di Poe, London e Herman Melville e che ha tanto cara l’etica della sconfitta e dell’irraggiungibile. Il suo è un cinema segnato dall’assenza, dal non detto, da un’atmosfera densa e mortale. Lui che confessava a Rui Nogueira: Nella vita, desidero soltanto una cosa: essere lasciato in pace. Da parte mia, lascio in pace gli altri, ma che, volente o nolente, sarà il motore a propulsione di molta parte del cinema francese dagli anni Sessanta in poi (e non solo). Perché tanti film amati oggi non esisterebbero senza il cinema di Jean-Pierre Melville (come, a sua volta, il suo non esisterebbe senza i predecessori … ma questo è un gioco a ritroso che possiamo fare quasi fino agli albori del cinema stesso). In questa monografia l’autore prende in esame, uno alla volta, i tredici film della sua filmografia, nessuno escluso. Troppo pochi, ma incredibilmente densi. Tutti buoni? Come deciderlo? Sicuramente tutti Melville e di Melville non si butta via niente. Testi cerca di raccontare, ricostruendo con varie fonti, la produzione di ogni film, la trama e una sua interpretazione del significato, accompagnata da una personale analisi della messa in scena. Due i filoni tematici principali: i film sulla Resistenza francese e, utilizzando un termine molto ampio, i noir; ma non dimentichiamo digressioni atipiche come I ragazzi terribili. Il modo migliore per fruire di questo libro è usarlo come fosse una mappa del tesoro. Perché il cinema di Melville va scoperto e poi, subito dopo, scoperto una seconda volta. Consiglio quindi, magari, di leggere la prima parte di ogni capitolo, dedicata alla produzione del film; poi, se incuriositi, vedere il film, per recuperare, subito dopo, la lettura dei paragrafi rimanenti, al sicuro dagli spoiler che tanto sono temuti oggigiorno. Un libro da leggere, edito dal Foglio Letterario, collana Cinema diretta da Stefano Loparco. Euro 14 per 220 pagine dense di contenuti.
Lo trovi a novembre su IBS:
https://www.ibs.it/mio-nome-melville-libro-niccolo-testi/e/9788876069758-

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