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Incontri Oltre

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di Angela Falcucci Capanni

Noi romani soprannominiamo il Verano: “Gli alberi pizzuti”. Qui ritrovavo personaggi famosi, contemporanei o di epoche passate, volti di sconosciuti ormai noti, sepolcri colmi di fiori e altri abbandonati, ciascuno con una o più storie da raccontare. Quel cimitero, dove oggi riposano anche i miei genitori, ha conservato e accresciuto negli anni la mia attrazione per quel luogo di silenzio e di ricordo. Una città dei morti, pagine di pietra che racchiudono il dolore del distacco. Scrittori, poeti, artisti, ma anche gente comune hanno lasciato, in ogni tempo e luogo, il proprio epitaffio e camminare leggendo riapre ogni volta un dialogo come tra vecchi amici.

Nel novembre 2011 mi trovavo a Roma per la consueta visita alla tomba dei miei genitori. Sapevo che da alcuni anni venivano organizzate delle visite guidate tematiche all’interno del Progetto di Accoglienza: le “Passeggiate tra i ricordi”.

Ogni itinerario si apre con una breve storia del Cimitero Monumentale.

Non c’era uno specifico itinerario che seguisse la poesia, così mi venne l’idea di farmene uno personale per incontrare poeti e amanti della poesia e cercare di capire l’importanza che quest’arte aveva avuto nella loro vita. Ne è nato un dialogo silenzioso, una ricerca attraverso la lettura dei componimenti, delle biografie e delle testimonianze, alla scoperta di lati poco conosciuti di uomini e donne, di quell’io più segreto che è in ciascuno di noi.

Ho incontrato Ungaretti, un gigante della poesia, che ha scavato nella sua anima in tutti i tempi della sua lunga vita, sempre alla ricerca della parola, con il suo dolore espresso attraverso i suoi versi, un uomo, un poeta che fino alla morte amava conversare con i giovani e credere nell’amore.

Ho incontrato Corazzini, che si avviava a diventare un grande poeta, se la morte non l’avesse preso così giovane.

Ho riletto le biografie e molti versi dei poeti dialettali di Roma, riscoprendone il modo di raccontarci lo spaccato del proprio tempo: l’amara e potente satira di Giuseppe Gioachino Belli, l’ironia bonaria e moralistica di Trilussa, la colorata interpretazione della storia di Cesare Pascarella, i monologhi strappacore di Americo Giuliani, abruzzese di nascita ma romano di sua scelta e per i suoi versi, e alcuni stornellatori come il Sor Capanna.

Ho incontrato Francesco (Checco) Durante, scrittore di commedie e di versi semplici ed efficaci per, come diceva lui, passare due ore sorridendo.

E Eduardo e Peppino De Filippo, grandi attori-autori protagonisti del teatro dialettale napoletano del Novecento, che hanno spesso ambedue affidato alla poesia i loro ricordi, il dolore, lo stimolo per ritrovare sé stessi.

Aldo Fabrizi, uomo di spettacolo che appariva sullo schermo in una veste bonaria, ma di difficile approccio personale nella vita reale anche con i suoi famigliari, esprimeva con la poesia momenti di malinconico buonumore, spesso a sfondo gastronomico, tanto da fare scrivere sul suo epitaffio “…tolto da questa vita troppo al dente”.

Ettore Petrolini, con le sue poesie surreali amate dai futuristi e imitate fino ai nostri giorni.

Inaspettato l’incontro con Elio Fiore, difficile da leggere perché i suoi libri sono introvabili. Ma la mia pazienza e la mia ricerca sono state premiate dalla conoscenza di questo poeta che esprime con forza la sua fede e ci avvolge letteralmente della sua spiritualità lasciandoci stupore e speranza.

C’è poi chi si è divertito a fantasticare, a meravigliare il lettore spiazzandolo con i suoi nonsense, o a insegnare ai bambini la grammatica con poesie divertenti e giocose: è il grande Gianni Rodari, autore poliedrico.

La poesia ha dato voce anche all’amore, in ogni persona che ho incontrato, compreso l’amor patrio che infiammava i giovani rivoluzionari, generosi e entusiasti fino alla morte: al Verano riposano Arnaldo Fusinato e Goffredo Mameli.

L’incontro con le donne mi ha fatto avviare un colloquio con Erminia Fuà Fusinato, educatrice e sostenitrice dei diritti delle donne all’alfabetizzazione e alla cultura, legata alle tradizioni e alla famiglia, che canta in semplici poesie.

Ho approfondito la conoscenza con Grazia Deledda, scrittrice di romanzi in una prosa che spesso è pura poesia, autodidatta in un tempo e in uno spazio difficili e chiusi alla cultura, ha dimostrato con la sua vita quanto la determinazione possa fare superare anche gli ostacoli più ostici.

Sono rimasta meravigliata da Sibilla Aleramo, la donna libera al punto da abbandonare la famiglia per seguire il suo ideale di vita.

L’immensa Maria Luisa Spaziani, poetessa, traduttrice, instancabile organizzatrice di gruppi di poesia, di concorsi poetici, la Volpe di Eugenio Montale.

E la giovanissima Raffaella La Crociera, morta a soli 14 anni.

Chiude questi incontri un poeta fuori da ogni etichetta, aggiunto per un incontro casuale (su internet) con la figlia Marta, e rivelatosi uomo speciale capace di fare della sua stessa vita una testimonianza poetica: Valentino Zeichen.

 

Angela Falcucci Capanna
Incontri oltre

Itinerario poetico tra le tombe, al Verano
Il Foglio Lettearrio Edizioni – Euro 14 – pag. 279

 

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