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Il bosco di là

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di Bernardina Moriconi

Con Il bosco di là, romanzo appena uscito per i tipi dell’Aboca, Lorenzo Marone sembra aderire perfettamente al progetto editoriale di far raccontare a scrittori tra i più rappresentativi del panorama attuale una storia partendo dall’ambiente campestre e addirittura da un albero. Lo scrittore napoletano appare infatti a proprio agio nell’immergersi in un universo quasi naturalistico, dove a comunicare e a intessere relazioni sono animali, piante e agenti atmosferici, riprendendo quasi quel percorso di immersione nella natura, nei suoi misteri e nei suoi prodigi, avviato con il suo precedente romanzo La donna degli alberi (Feltrinelli).

Marone con gusto che sembra rimandare al Virgilio bucolico, per quella trasfigurazione dell’ambiente rurale in un luogo mitico e partecipe delle vicende umane, ci racconta una storia senza storia, come quella dei racconti mitologici e fiabeschi. Ma proprio come quelli, i fatti hanno spesso un’origine tutta terrena e umana. La storia del presente, cioè quella di Matteuccia, ormai vecchia e segnata nel corpo e nello spirito, si intreccia continuamente con le vicende che hanno attraversato la sua infanzia e la prima giovinezza: gli anni della guerra e della lotta partigiana, cui la ragazza aveva dato il suo contributo con l’entusiasmo e l’ingenuità dell’adolescenza, quando la paura non la conosci e per questo più facilmente essa ti agguanta. Matteuccia porta con sé un segreto e un dolore profondo legato a quei tempi e che l’hanno allontanata dal consorzio umano del paese, il quale la considera pazza o stralunata anche per quel mutismo in cui si è chiusa. Il suo mondo di relazioni si è estinto con la morte dei suoi pochi e forti affetti familiari: il padre partigiano, la mamma e i nonni. Ora cerca conforto nel bosco che si trova oltre la valle, il bosco di là, appunto: e in quel breve avverbio di luogo c’è tutto il senso di distacco, separazione e incomprensione della gente pensante e parlante. E’ con le piante che la proteggono, gli animali che la ascoltano e i venti, ora gentili ora tempestosi, che l’accompagnano, che la vecchia Matteuccia intrattiene un dialogo intenso e misterioso.

Marone con questo breve romanzo offre ai lettori un testo struggente e delicato, andando a scovare con gusto quasi alessandrino miti meno o poco noti, soffermandosi in particolare sul mondo delle ninfe boschive e acquatiche, svelandoci che nell’epoca del consumo rapido ed effimero di modi gusti finanche affetti, il mondo campestre ancora conserva tratti arcaici e durevoli e che, trovando il suo cantore, anche la realtà attuale può essere narrata in forma di mito: basta allontanarsi di poco, nel bosco di là, e ascoltare le sue voci.

 

Lorenzo Marone

Il bosco di là

Aboca, 2021

pp.136, Euro 16,00

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