Connect with us

Poesia

I gatti nella poesia italiana

Published

on

di Gisella Blanco

Provare a spiegare la natura del gatto, le sue abitudini, le movenze, il carattere e quella sua sacralità congenita e misteriosa che lo rende unico sia come animale d’affezione che come essere ramingo e inappropriabile, è ardua impresa.

Gerardo Masullo ha curato nel 2019, per La Vita Felice, un’antologia dedicata ai piccoli felini: I gatti nella poesia italiana – le più belle poesie sui gatti.

Il gatto, da sempre, è l’immancabile musa che ispira poeti, narratori, pittori, scultori e ogni altro artista che si lasci incantare dalla tenerezza di questi animali capaci di intrattenere con l’uomo un rapporto alla pari.

D’altronde ci sono “gatti ermeneutici” e “gatti ecumenici” come scrive Luciano Erba nei suoi versi in cui indaga, con ironia, le abitudini dei felini.

Ci sono gatti snob coma la gatta persiana di Beniamino Dal Fabbro, e ci sono gatti di strada come quella narrata da Giovanni Pascoli: “Era una gatta, assai trita, e non era/d’alcuno, e, vecchia, aveva un suo gattino”.

Ci sono gatti che cercano l’uomo e gatti che dall’uomo sono disperatamente inseguiti. E se ad andare incontro al gatto sia uno Scienziato, un Filosofo o un Teologo, poco conta: sono le abitudini esistenziali umane che rimangono oggetto di perenne ironia, come accade fra i versi di Ennio Flaiano.

Ci sono gatti che sanno di tutti i dolori dell’uomo e, con la loro consapevole indolenza, ne sono testimoni silenziosi e partecipi, come scrive Cesare Pavese: “I gatti lo sapranno,/viso di primavera;/e la pioggia leggera,/l’alba color giacinto,/che dilaniano il cuore/di chi più non ti spera,/sono triste sorriso/che sorridi da sola”.

Ci sono gatti casalinghi e gatti che non si possono addomesticare, gatti cittadini e gatti campestri, gatti solitari e gatti politici. Trilussa, descrive in romanesco, a rime alternate, l’autonomia del gatto da ogni compromesso: “ – Grazzie, ne faccio senza:/la pace nun se compra, – disse er Micio-/ma se guadagna co’ l’indipennenza/a costo de qualunque sacrificio”.

I mici, a ben vedere, sono animali estremamente sensibili che riescono a adattarsi agli stati umorali delle persone con cui vivono, pur senza rinunciare alla loro natura indomita. Lo sa bene Vivian Lamarque che, con la sua consueta rima conclusiva, scrive “Sei quasi commovente/quando mi segui per niente/quando ti sposti di stanza/solo perché io mi sposto di stanza/devi allora da capo cercare/nuovo luogo e modo di fare ciambella/da una nuova posizione/è questo il tuo discreto modo/di dare dedizione”.

Se qualcuno prova a screditare questi piccoli animali che transitano con passi felpati dal divino al diabolico, Luciano Ragozzino risponderà: “ti dimostro quanta gloria/spetta al Gatto nella Storia”.

Mastrullo ha selezionato, per questa antologia, grandi poeti e autori meno noti, dedicando a ciascuno una breve biografia, affinché la curiosità del lettore sui gatti diventi una buona occasione per parlare di poesia.

E se sembra quasi che il poeta parli del gatto per simboleggiare se stesso (o come vorrebbe essere), gli ultimi versi – forse non a caso – appartengono a un autore anonimo che rassicura, tra i versi, il lettore: un gatto è per sempre, come la poesia.

“I gatti nella poesia italiana – Le più belle poesie sui gatti” a cura di Gerardo Mastrullo, La vita Felice 2019, 117 pg, 12 euro.

 

Continue Reading
Click to comment

You must be logged in to post a comment Login

Leave a Reply

Copyright © 2020 Leggere:tutti