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Emanuela Orlandi, il rapimento che non c’è
di Gabriele Lanci
Pino Nicotri, giornalista per 35 anni dell’Espresso, autore di 21 libri ed ancora assai attivo nel campo dell’informazione, ha pubblicato nel 2023 per la Baldini e Castoldi il suo quarto saggio, senz’altro il più ampio, completo ed articolato, sul caso di Emanuela Orlandi intitolato “Emanuela Orlandi – il rapimento che non c’è “. Il Nicotri, che pubblica il suo primo libro sulla vicenda nel 2002, con la sua più che ventennale fedeltà (“In preda alle vertigini sono precipitato “dentro” Emanuela. E lei si è infilata dentro di me scavalcando in un sol colpo, a sorpresa, le mie difese: di fatto, un’invasione “) è senza dubbio il più grande specialista di uno dei casi di cronaca nera che più hanno coinvolto l’opinione pubblica e suscitato polemiche nel nostro paese nell’ultimo mezzo secolo. Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, il 22 Giugno del 1983 non fece ritorno a casa presso la propria famiglia dopo essersi recata nel pomeriggio all’ Accademia di musica Tommaso Ludovico Da Victoria, associata al pontificio Istituto di Musica sacra, collocata nel palazzo contiguo alla basilica di Sant’Apollinare, dove studiava flauto, pianoforte, canto corale, solfeggio e pianoforte.
Il giornalista ricostruisce con minuzia analitica le vicende che fanno seguito alla sparizione della ragazza, dalla reazione allarmata dei familiari presso la scuola di musica, all’iniziativa che presero di affiggere oltre 1000 manifesti sui muri di Roma colla foto di Emanuela ed il loro numero di telefono. Nei primi capitoli del libro il giornalista descrive le indagini della magistratura e della polizia che si stavano incanalando per una pista che avrebbe potuto portare, forse in tempi non lunghi, alla scoperta della verità. Riguardo a questa Nicotri, sempre riferendosi rigorosamente alle situazioni accertate, alle testimoniane ed usando una logica rigorosa nel porre i vari elementi del caso a confronto, fa in qualche luogo del saggio un’ipotesi, che comunque non è l’unica ed il giornalista non pretende affatto sia risolutiva. Il responsabile della sparizione della ragazza potrebbe essere “ un adulto che per far salire in auto – o in moto- Emanuela e fare quello che poi ha fatto l’ha ingannata approfittando della contiguità o dell’amicizia con qualcuno della famiglia Orlandi oppure ha approfittato del proprio edificante ruolo ufficiale.” ….l’eliminazione del corpo non può essere che opera del colpevole. Il quale, con la radicalità di un simile gesto, dimostra un comportamento molto più da adulto che da coetaneo della Orlandi”
Tuttavia la situazione relativa alle indagini si ingarbuglia dopo l’intervento all’Angelus del 3 Luglio di Papa Woitjla, al ritorno da una visita nella nativa Polonia, dove si recò per manifestare il suo sostegno attivo al movimento politico di ispirazione cattolica Solidarnosc oppositore del regime comunista del generale Jaruzelski. In quella circostanza davanti al pubblico di Piazza San Pietro ed alle televisioni il pontefice chiede a chi ha rapito Emanuela di restituirla incolume alla sua famiglia facendo appello al suo senso di umanità.
“L’ingresso del pontefice ….avrà per le indagini lo stesso effetto di un elefante che entra in un negozio di cristallerie e per i mass media quello dell’esplosione di una bomba atomica”.
L’intervento del papa ha cioè come conseguenza quella di sviare il corso delle indagini. Da questo momento prevale l’ipotesi che Emanuela sia stata rapita da un’organizzazione segreta con l’obbiettivo di perseguire finalità politiche. In seguito a comunicazioni anonime agli organi di stampa viene avvalorata una pista turca facente riferimento all’organizzazione terroristica cui appartiene Alì Agca, l’autore dell’attentato al Papa in Piazza San Pietro del 1981, di cui si chiede la liberazione in cambio della Orlandi. Si ritiene anche che il rapimento possa essere stato organizzato dai servizi segreti bulgari, su richiesta del KGB russo, che si suppone siano collegati all’attentato a Woitjla. Ad avvalorare questa ipotesi ed a confondere ancora più le acque interviene la STASI, l’organizzazione dei servizi segreti della Germania est, che ordisce tutta una serie di comunicati spacciandosi per una organizzazione segreta turca. Nicotri, nel 2002, 12 anni dopo la fine della Germania comunista, ha incontrato personalmente Gunther Bohnsack, il dirigente tedesco dei servizi segreti responsabile dell’intervento di depistaggio, da cui ha ottenuto una ampia confessione sulle azioni specifiche che sono state condotte e sulle loro finalità tendenti sostanzialmente a confondere ed a indebolire l’autorità del papa polacco da sempre oppositore del potere comunista ostile al cattolicesimo all’interno del proprio paese. Da questi episodi ha inizio una serie di operazioni di sviamento delle indagini che proseguono fino ad oggi, con testimonianze spesso anonime, che affiorano pure a distanza di molti anni dall’episodio, basate su prove inconsistenti e tracce aleatorie. Aspetto peculiare del saggio del Nicotri è che egli, a cominciare dall’uomo rappresentante della Avon che avrebbe adescato Emanuela con una proposta di lavoro, procede con estremo scrupolo e pazienza certosina a vagliare le circostanze esaminandole volta per volta in ogni loro elemento anche minimo che vi compare, sulla base soprattutto della ragione logica, per svelarne le contraddizioni a volte evidentissime fin dall’inizio e le incongruenze in riferimento ai fatti accertati. Non c’è quasi personaggio manifesto che compaia nella vicenda, per quanto marginale e poco credibile, che egli non abbia incontrato e conosciuto, da cui non abbia ottenuto delle opinioni sulla sparizione della ragazza sottoponendole all’analisi della sua intelligenza critica. Dai suoi familiari, con cui si sé tenuto costantemente in contatto, agli avvocati ed ai magistrati che hanno condotto le inchieste che si sono succedute, dagli insegnanti della scuola di musica DA Victoria frequentata da Emanuela alle sue compagne e a tutti i personaggi che nel corso di quarant’anni sono comparsi. Essi a volte hanno assunto il ruolo di patetici protagonisti, come gli individui squallidi appartenenti o collegati con la Banda della Magliana a cominciare da Mancini, che già era stato autore di dichiarazioni false riguardo al processo relativo all’uccisione di Pecorelli in qualità di pentito, e la Minardi che con le sue confuse e ripetute rivelazioni ingarbuglia non poco la matassa del caso. Così la vicenda tragica della scomparsa dell’adolescente fin dai suoi esordi si trasforma in un’Emanuela Orlandi show, un tema di riferimento ricorrente usato dal mainstream nazionale per attirare ed eccitare l’audience nel suo circo mediatico. Stupisce che il Nicotri non liquidi mai ogni supposizione, ogni personaggio con poche parole, una volta che ne ha colto il lato interessato o patologico, la inverosimile e pacchiana contraddittorietà nelle sue rivelazioni sulla vicenda, ma valuti ogni sua posizione, ogni sua opinione ponendola in relazione con il già noto ed accertato, con ciò che è realisticamente possibile. Così, ad esempio, riguardo alla asserzione che la Minardi fa alla trasmissione Chi l’ha Visto, che molto ha contribuito ad imbrogliare il caso, sulla sparizione dei 2 cadaveri di Emanuela e di un altro bambino in una betoniera Nicotri chiede ad un ingegnere se questo sarebbe stato possibile per riceverne come risposta che sarebbe inattuabile tecnicamente. Il giornalista valuta ampiamente anche la posizione del Vaticano e dei suoi organi istituzionali che potrebbero possedere e nascondere informazioni sulla vicenda della sparizione della ragazza. La sua indagine giornalistica a riguardo è molto accurata. Egli pone in rilievo la reticenza della Segreteria di stato vaticana a comunicare alle autorità italiane quanto potrebbe essere venuta a conoscenza in relazione alla sparizione della adolescente. Tuttavia il giornalista pone anche in evidenza come nella centralina telefonica del Vaticano il SISDE abbia posto, con il consenso delle autorità pontificie, delle spie per ascoltarne e registrarne le telefonate anonime relative alla scomparsa di Emanuela. Su queste è stato oltretutto prodotto un brogliaccio messo a disposizione delle autorità e degli uffici inquirenti, a cominciare dalle telefonate anonime di un uomo passato alle cronache come l’Americano di cui il personale competente del SISDE definisce con sorprendente precisione la personalità, l’età, la formazione culturale senza arrivare comunque a scoprire chi sia realmente.
Particolare rilievo viene data alla famosa telefonata anonima del 2005 alla trasmissione Chi l’ha visto ed alle sue conseguenze. L’autore della chiamata sostenne che i resti di Emanuela e di Mirella Gregori, la cui sparizione ad un dato momento della vicenda è stata associata a quella della Orlandi, nonostante la sua evidente diversità, si trovino nella tomba di Renatino De Pedis, membro della Banda della Magliana, collocata nel cimitero sotterraneo di Sant’Apollinare. Il giornalista semplicemente chiarisce che il De Pedis è morto sei anni dopo la Orlandi, la sua salma è stata tumulata all’inizio in una tomba del Verano appartenente alla famiglia della moglie per poi essere trasferita, su richiesta della vedova, nel cimitero di Sant’ Apollinare dove comunque, nonostante quello che si è ripetuto con molto clamore mediatico, non esistono tombe nè di santi nè di cardinali. Il parroco della chiesa semplicemente aveva la disponibilità di alcuni loculi nel cimitero interno alla chiesa e la vedova ha ottenuto da lui, che conosceva bene ed aveva ricevuto degli aiuti dal De Pedis frequentatore assiduo della parrocchia, la concessione di una tomba dove trasferire la salma tenendola piu’ vicina al suo luogo di lavoro. La tomba del De Pedis all’interno della chiesa ha suscitato un’assurdo scandalo nazionale ai limiti dell’isteria, capace di coinvolgere anche personalità politiche di alto rango. Dopo anni di polemiche, con una esplicita richiesta delle autorità pontificie a quelle italiane, si è giunti all’apertura della tomba per verificare che conteneva unicamente la salma di Renatino De Pedis e non altri resti di persone scomparse. In seguito la questione sulla tomba del De Pedis per una dinamica di attrazione analogica ha dato luogo ad una serie di macabri scavi cimiteriali giustificati dal ritrovo casuale di ossa rinvenute nel corso di ristrutturazioni di immobili, motivati da comunicazioni telefoniche dei soliti ignoti ad organi di stampa cui si da’ un rilievo sensazionalistico avvalorato anche dagli interventi diretti del fratello della Orlandi, Pietro che, dopo la sua messa in pensione dagli uffici dello IOR, aumenta le sue presenze in televisione e nei giornali, dando la sensazione di voler dare ragione quasi ad ogni ipotesi venga avanzata sulla sparizione della sorella.
Il teatrino grottesco che dura ormai da oltre quaranta anni trova nuove forme di degenerazione sensazionalistica col coinvolgimento della figura del pontefice Giovanni Paolo II che avrebbe avuto una relazione sessuale con Emanuela ed altre minorenni del Vaticano nelle stanze del suo appartamento a San Pietro. Questa ipotesi, a cui sembrerebbe credere il fratello della ragazza scomparsa, viene dichiarata in un romanesco sguaiato da un pentito della Banda della Magliana nel corso di una registrazione audio trasmessa al pubblico di un noto programma televisivo. Il De Pedis viene nuovamente chiamato in causa perché gli sarebbe stato chiesto di far sparire Emanuela prima che lo scandalo sessuale potesse esplodere e travolgere la Santa sede. È segno questo ultimo squallido episodio di quale livello di degenerazione abbia raggiunto l’informazione nel nostro paese, di quale mancanza di decenza ormai sia diffusa nella nostra società insieme ad una grave crisi culturale di cui non si ha il coraggio di individuare e definire le cause. L’ultimo capitolo vede la costituzione di una commissione parlamentare chiamata a viva voce in parlamento da Morassut, Calenda ed Ascari perché ad oltre 40 anni dalla sparizione di Emanuela Orlandi si giunga finalmente ad una soluzione del suo enigma. La commissione d’inchiesta ascolterà i convocati in una seduta a settembre a cui potrebbe intervenire anche il Nicotri se dovesse ritenerlo di una qualche utilità.
PINO NICOTRI
EMANUELA ORLANDI- IL RAPIMENTO CHE NON C’E
BALDINI E CASTOLDI 2023
.pp. 463. Prezzo Euro 20,00
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