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Come il buio per le stelle
di Rita Bompadre
“Come il buio per le stelle” di Pierangelo Consoli (IoScrittore, 2020 pp.184 € 15.00) è un elogio viscerale alla città di Napoli, restituita alla sua promessa poetica, frastornata nell’eccesso disperato e sublime delle sue struggenti realtà, sconvolta dall’armonia perduta di un universo infranto tra magnificenza e angoscia. Pierangelo Consoli descrive con premurosa esclusività, legando rabbia e amore, l’incrocio delle esistenze, sullo sfondo di una Napoli contraddittoria, malinconica e felice che rincorre il destino, frantuma la memoria del dolore e l’insicurezza delle vite ma irradia la sorgente luminosa e autentica del sentimento dell’amicizia. Il sortilegio narrativo di Pierangelo Consoli seduce l’interpretazione sincera del bene, avvolge, con la magnetica bellezza di chi sa sapientemente decantare il cinico e schietto comandamento delle parole, l’origine intima di ogni riscatto biografico, descritto per oltrepassare la resistenza dell’odio, svincolare la radice del male, liberare la velata insinuazione del passato, vincolo di sensibile arrendevolezza per i personaggi. Ogni personaggio è la congiunzione simmetrica con la sua accorata e lacerante storia, la singolarità emotiva di quattro storie presentate nella molteplicità delle proprie difese contro l’insidia e il pericolo del mondo, scagliate ineluttabilmente sulla congerie della materia del vissuto nel tentativo di sorvegliarlo compromettendo l’azzardo dei sentimenti. “Come il buio per le stelle” addensa la formula drammatica dello scenario reale e riflette il temperamento persistente della commedia umana, educa la declinazione devota della vicinanza affettiva, interpreta il compito necessario dell’uomo per assegnare il recapito dell’identità e restituire la ragione della saggezza. L’autore cristallizza le personalità dei vari personaggi nella tenacia di un modo d’essere che affida la custodia del carattere, sotto lo sguardo di una città luogo dell’anima, dissolta nella luce impermeabile della superficie commovente del miracolo della speranza, accoglie nella complessità della perdizione l’incoraggiamento della redenzione, sottrae l’ostilità delle convinzioni attraverso la mediazione amorevole della fratellanza. Distingue la natura morale della sofferenza, riconosce il legame dell’umanità come l’incarnazione sensitiva delle incoerenze, i contrasti ancestrali trattenuti dal sedimento del giudizio, elogia un sentire comune che percorre il desiderio di un’intera società, supera il castigo inflitto a ogni colpa con il silenzio del rimpianto e la rielaborazione di una decadenza in cui lo spazio, i suoni, i colori, acquistano il senso in divenire di ogni incompiutezza. Pierangelo Consoli colloca il suo coinvolgente romanzo nell’intervallo irrequieto di ogni accadimento, delinea l’essenza espressiva di ogni alleanza inespugnabile tra la solitudine della malvagità e il conforto della rivincita. Considera la fiducia e l’onesta della solidarietà come elemento fondamentale per esortare il nostro itinerario verso il riflesso profondo della quotidiana e straordinaria generosità, lo slancio del gesto d’amore. Ritrova l’affascinante ed entusiasmante ritratto della fatalità, prolungato nella necessità accecante del coraggio, nella coincidenza disorientata della memoria che si fa significato inquieto di caducità e riconsegna la dottrina universale di un tempo in cui si ricorda che da ogni azione conclusa deriva l’ispirazione perfetta per ricominciare, sempre.

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