Lo Zibaldone - Recensioni
Giorgio Caproni – Vittorio Sereni: il carteggio
Il Novecento forse è stato l’ultimo secolo che ha potuto conservare lacci di umanità attraverso la forma epistolare. Ad oggi una pratica in disuso, âgée, tuttavia in precedenza permetteva alle persone di costruire una corrispondenza che avesse un sentiero di narrazione, a volte solido, a volte sospeso, senza subire alcuna ansia di istantaneità. Il carteggio tra Giorgio Caproni e Vittorio Sereni, a cura di Giuliana Di Febo-Severo, in profondità è un manifesto di amicizia ascendente, legata da una fraternità radiosa e da un rispetto che unisce la sfera umana con quella poetica. Ciò che più colpisce in questo volume non tocca in senso stretto i pensieri sui progetti editoriali – mirabili quelli di Sereni -, sulle recensioni, sui premi, sullo stato di salute di entrambi, o sulle reciproche approvazioni intorno al lavoro poetico, bensì riguarda poche cose soffuse, la natura descrittiva e fulminea delle città di adozione di Caproni, ad esempio su Roma che sembra la stessa di settant’anni fa: «(lo conosci l’odore di Roma? Il tanfo di cavolo lesso e d’orina?)». E su Genova, città a cui il poeta toscano dedicò i versi più identificativi, o meglio su Loco di Rovegno, dove è sepolto: «Ti mostrerei cose indimenticabili, degne d’un poeta come te […] Una zona che non è né ligure né lombarda né emiliana (geograficamente comprende il punto d’innesto delle tre regioni) e che merita d’essere vista per i suoi monti rossi come il lampone o verdi come il verderame, dove nasce gelida la Trebbia». I poeti in questione furono uniti da un grande collante: René Char. Il poeta francese fu tradotto da entrambi, in una lettera Caproni dichiara che la traduzione è mutazione, si parla di poesia che si trasforma in altra, non è una mera operazione di riporto linguistico: «Più che splendida, la tua traduzione mi appare splendente, con tutta intera la scintillazione della parola di Char. Una traduzione del poeta che sei. (Ma è giusta la parola traduzione, in un lavoro come il tuo? Tu non hai tradotto, ma scritto Char in italiano: nella lingua della tua poesia)».
Giorgio Caproni – Vittorio Sereni
CARTEGGIO 1947-1983
Leo S. Olschki Editore, 2020
pp. 222, € 23,75

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