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Thriller

Camilla Lackberg.”Ali d’argento”

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di Claudio Filippello

Nel libro di esordio di Camilla Läckberg con una protagonista seriale, “Gabbia dorata”, avevamo lasciato una fragile donna, Faye, annichilita da una vita segnata dalla violenza fisica e psichica, che reagisce alla sua condizione ricorrendo all’uso della violenza: “unite siamo forti, non ci rassegneremo mai più al silenzio”.

Anche per “Ali d’argento”, come per tutti romanzi della Läckberg, l’ambientazione scelta è quella di Fjällbacka, un bellissimo paesino, che le ha dato i natali, dai caratteristici tetti rossi, di poco più di mille anime, situato nella Svezia meridionale a 150 km da Goteborg e Oslo.

Con “Ali d’argento”, in libreria con Marsilio dal 4 giugno scorso (416pp, 18,90euro), ritroviamo una nuova Faye: forte, indipendente, ricca, ormai padrona del suo destino, alla guida di una società di cosmesi, tutta al femminile, che ha portato al successo con determinazione e dedizione, la Revenge, che qualcuno sta cercando di sottrarle proprio nel momento del suo massimo trionfo: l’approdo sul mercato USA.

Un’azione svolta sotto copertura, da mani esperte, attraverso il rastrellamento delle quote che Faye riteneva al sicuro.

Il timore diverrà panico alla notizia dell’evasione dal carcere dell’ex marito, Jack, intenzionato a fargliela pagare cara per essere stato costretto, dalle sue menzogne, alla galera. La vita stessa della sua adorata figlia Juliette sembra minacciata da Jack, suo padre, sebbene lei viva nascosta, in una sorta di clandestinità, nella campagna toscana insieme all’adorata nonna.

Con “Ali d’argento” la Läckberg torna sul tema della condizione femminile in una società maschilista in cui l’unico strumento di riscatto e affermazione della donna sembra essere, ancora una volta, la violenza, anche la più bieca.

Un thriller dalle atmosfere plumbee e dal ritmo narrativo lento in cui viene dato spazio anche a riflessioni, pensieri e stati d’animo dei vari personaggi; in linea, del resto, con il noir scandinavo, divenuto, ormai, un genere a sé.

 

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