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Cagliari e gli scrittori che l’hanno amata

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Scoprire il capoluogo della Sardegna, la gente, i monumenti, i dintorni accompagnati dagli autori e dai loro libri.

di Cesira Fenu

Facciamoci condurre alla scoperta della Città dagli scrittori che l’hanno amata mettendo in evidenza la storia, i quartieri, i monumenti, gustandola pian piano (Cagliari città leggibile, CUEC). Cagliari, Città bianca (S. Atzeni, Sellerio), si svela dalla nave poco per volta. Doppiato Capo Carbonara, estremo occidentale del Golfo degli Angeli che giunge a Est a Capo Teulada, la nave pare non arrivare. Ora la spiaggia del Poetto, 8 km, sabbia impalpabile e bianchissima prima che l’erosione e un intervento con rena di riporto ne cambiassero il volto che è ancora bello. Il promontorio della Sella del diavolo. Capo Sant’Elia con gli alti palazzi e poi, sul colle, in cima a una scenografica scalinata, la Basilica di N.S. di Bonaria, Patrona della Sardegna e protettrice dei naviganti. A fianco il Santuario gotico catalano ed il convento. Ecco la statua lignea della Vergine trovata in una cassa nella spiaggia. I Padri aprirono la cassa con la Madonna col cero acceso. Era il 1370. (G. Spano, Guida della città di Cagliari, 3T). Dal colle si ammira uno straordinario panorama. In porto. Ecco la Via Roma inondata di luce, gli antichi palazzi, i portici, le viuzze del quartiere di Marina. Il Largo Carlo Felice con le jacarande che fiorendo formano un tappeto azzurro.

Il Largo separa il Municipio del ‘900, commistione di neogotico e Art Nouveau. Caratterizzato da due torri sui lati opposti della facciata, con i 4 Mori, simbolo dell’Isola.

La Marina fino all’Ottocento era, come Stampace, cinta di mura che davano alla Città l’aspetto di piazzaforte militare (D. Scano, Forma Karalis, 3T). Il Piano regolatore, del 1870 di Cima, la renderà moderna. Ora mura e torri restano quelle di Castello, il cuore dell’antica città, con i bastioni, le Torri dell’Elefante e di San Pancrazio, del 1300 di Capula e alte circa 38 metri. Il panorama comprende la Città e le lagune, a Est Molentargius è Parco regionale di interesse mondiale in quanto vi nidificano i fenicotteri rosa. In primavera ecco le “parate” ed i voli sulla Città. Quasi non si fa caso alle meraviglie che volano sulla Via Roma.

Addentriamoci nella Marina dalle stradine strette che dalla parte alta della Città digradano verso il porto e il mare che nelle belle giornate è tutto un tremolio di luci e colori. Nelle viuzze coi locali si mescolano profumi stuzzicanti: carni allo spiedo, pesci fritti, aromi del kebab ben amalgamati. Caratteristici i balconcini fioriti in ferro battuto. Qui, nell’asilo, operava a inizio secolo suor Nicoli, protettrice dei ragazzi di strada i piccioccus de crobi perché portavano i panieri con la spesa. Tra le chiese il Santo Sepolcro e Sant’Agostino, unico esempio di Stile Rinascimentale in Sardegna. Dall’altro lato Stampace col Corso Vittorio Emanuele II. Le vie strette e sinuose e tra le case vicine, che a separarle è una fetta di cielo, ogni tanto si apre la piazzetta di una minuscola chiesa. Qui la Chiesa e cripta di Sant’Efisio ( F. Alziator, L’elefante sulla torre, Zonza). Poi la chiesa barocca di San Michele (1712), con pianta ellittica e Sant’Anna, barocco piemontese. Imponente l’Ospedale San Giovanni di Dio, Neoclassico con ampio pronao,1840 di Cima. A raggera, rotonda al centro secondo una tipologia all’avanguardia detta pan-ottica.

Castello, cittadella fortificata costruita dai pisani in periodo giudicale. Nel Medioevo sorsero i 4 Giudicati, stati sovrani, dotati, come nel caso dell’Arborea, di una sorta di statuto, la Carta de Logu. Il feudalesimo fu introdotto dai catalano-aragonesi (F.C. Casula, La Storia di Sardegna, Delfino).

Ecco le torri, il Palazzo Viceregio, la Cattedrale di Santa Maria in stile Romanico pisano col “Pulpito di Guglielmo”. Si aggiunsero apporti barocchi, la facciata, rimossa nel ‘30 creando uno pseudo romanico. La Cittadella dei Musei vero polo museale della Città. Da Porta Cristina si ammira il più bel panorama del Mediterraneo. Giungiamo per Terrapieno al quartiere “fuori le mura” di Villanova. Suggestivo, vi si trovano molte chiese e parte del Chiostro di San Domenico gotico catalano. Sentiti i riti della Settimana Santa. È un quartiere multietnico con locali meta della movida cagliaritana. Si può ascoltare musica e partecipare a dibattiti come @Le Streghe, dove Carla Marcialis, sceneggiatrice, ha un antro suggestivo in cui la cultura del vino e del cibo si mescola alla cultura culta creando una commistione  manifestata da avvincenti dibattiti innaffiati da Vermentino e specialità dell’Isola.

Città che con la conurbazione, tra cui i Centri di Quartu e Selargius, raggiunge  500.000 abitanti, Cagliari possiede tanti tesori che si offrono durante Monumenti aperti, manifestazione che rivela la voglia di conoscenza dei sardi.

Cagliari che si fa ammirare, dai 7 colli. Città di pietra, l’antico nome Karalis significa cumulo di pietre. Città del Sole (F. Alziator, Zonza).

Città posta tra mare e cielo, sospesa nella luce che la bagna tutto il giorno declinando al tramonto regalandoci un attimo di eternità.

Proposte:

A. & L. Romagnino, Cagliari, Edizioni della Torre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C. Porcu, Cagliari, Skira

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