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Axis Mundi

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di Gordiano Lupi

Patrizia Poli rilegge con penna felice la storia di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, mettendo in primo piano Morgana di Cornovaglia e Mago Merlino, quest’ultimo tutore e protettore del fratello Artù (è lui l’Axus mundi) che – dopo aver compiuto le prove rituali – dovrà sedere sul trono. La storia è universalmente nota, sin dalle leggende che ci appassionavano così tanto da ragazzi, con il futuro re investito della grande impresa di estrarre la spada Excalibur dalla roccia. In Toscana abbiamo la nostra spada nella roccia a San Galgano, luogo tra Massa Marittima e Siena che conserva una simile tradizione, facendo riferimento al Santo Graal, pur se non ha niente a che vedere con il ciclo cavalleresco che l’autrice rivitalizza ispirandosi a Thomas Malory e al film di John Boorman. Tutta la storia è un concentrato di avventure e di amori, riscritti con stile moderno per narrare la passione tra Lancillotto e Ginevra, ma anche l’amore coniugale che lega la donna ad Artù, come non mancano avventure rocambolesche sulle tracce del Graal, atti eroici e sogni, rivalità storiche, amori proibiti (Morgana e il fratello). Patrizia Poli scrive un fantasy corale, appassionante e suggestivo, una storia cavalleresca ambientata a Camelot, fantastica e sentimentale, appassionata e ardimentosa. Lo stile è piano, scorrevole, sorretto da dialoghi robusti, scevro da tentazioni letterarie, essenziale come dev’essere un lavoro destinato al consumo di un lettore avido di avventure e di passioni. I personaggi non sono figure mitologiche, ma uomini e donne che amano, soffrono, sperano, persone vere, in carne e ossa, capaci di sentimenti forti e di grandi gesti. Il racconto, invece, si abbevera più alle fonti del mito che a quelle della storia, il lettore di fantasy è accontentato, perché in queste pagine la magia è sempre in primo piano, tra toni decadenti e travolgenti passioni amorose. Il libro conclude la Trilogia della dea, iniziato con Signora dei filtri e continuato con L’uomo del sorriso, basato su tre figure femminili forti: Medea di Colchide, Maria Maddalena, Morgana di Cornovaglia. Noi che li abbiamo letti tutti, ve li consigliamo senza mezzi termini.

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