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Una volta sola nella vita
Dal 26 gennaio torna in libreria l’opera di esordio di Tom Hanlin, magistralmente tradotta da Giorgio Manganelli e a cura di Niccolò Brunelli (Graphe.it)
di Andrea Coco
Tom Hanlin (1907-1953) è stato un rappresentante famoso e di grande successo della letteratura proletaria scozzese. Nato ad Armadale il 28 agosto 1907, a scuola si dimostrò uno studente promettente e già nei primi anni di vita aveva manifestato il desiderio di diventare uno scrittore, ma le circostanze familiari lo costrinsero a lasciare la scuola a quattordici anni.
Lavorò in una fattoria per un anno e poi a quindici anni scese nelle miniere, dove lavorò per i successivi vent’anni. Tuttavia, non rinunciò alla sua ambizione di diventare uno scrittore e mentre lavorava come minatore la sera studiava giornalismo.
Nel 1942 un incidente sul lavoro lo costrinse a trascorrere tre mesi in ospedale dove passò il tempo scrivendo racconti. Uno di questi “Domenica nel villaggio” vinse il Premio dell’Università di Sheffield, un concorso letterario per “lavoratori manuali all’interno o nei dintorni di una miniera di carbone o che sono rimasti feriti durante il loro impiego”.
Il suo primo romanzo “Una sola volta nella vita” vinse il premio Big Ben Fiction nel 1944, cinquecento sterline e un contratto di pubblicazione. Il libro riscosse un notevole successo di pubblico poiché furono vendute duecentocinquantamila copie nelle prime tre settimane dopo la sua pubblicazione. John Steinbeck lo definì “Un libro meraviglioso, giovane, forte, vero”.
Hanlin pubblicherà altri tre romanzi tra cui “Il miracolo di Candlerigg” che racconta la storia di duecento minatori scozzesi intrappolati sottoterra a causa di un incidente. Scrisse opere teatrali per la radio e trovò un mercato ricettivo pronto e redditizio per i suoi racconti nelle riviste britanniche e americane.
Il suo successo come scrittore giunse fino ad Hollywood dove gli offrirono di lavorare come sceneggiatore, ma lui rifiutò perché voleva perseguire il proprio percorso letterario. Purtroppo, alla fine degli anni ’40 sviluppò problemi cardiaci e respiratori e morì il 7 aprile 1953 all’età di quarantacinque anni, lasciando in eredità romanzi, racconti e drammi radiofonici.
Nonostante il successo riscosso, oggi è una figura in gran parte dimenticata, l’unica traduzione in italiano, effettuata da Giorgio Manganelli secondo l’edizione della Viking Press, venne pubblicata da Mondadori nel marzo del 1947 e si deve alla Graphe.it il merito di aver riportato la sua opera d’esordio nelle librerie italiane.
“Una volta sola nella vita” è la storia di un giovane amore, che infiammò un uomo e una donna, come una volta nella vita accade a tutti, poveri e ricchi – ma ai poveri è destinato di più rapidamente invecchiare -, raccontata da un raffinato narratore, un esperto nel catturare i minimi dettagli della vita di tutti i giorni.
«Se voi vi sentite tanto superiori da non riuscire a interessarvi di minatori e di serve, smettete di leggere. D’ora in poi, io mi rivolgo ai minatori ed alle serve di tutto il mondo». Così Tom Hanlin, che sperimentò in prima persona la fatica e i rischi del lavoro in miniera, presenta il suo romanzo, imponendoci di accostarci a esso con il giusto sguardo. È in effetti impressionante la modernità e la portata letteraria e sociale di quest’opera che appare subito diversa da ogni altra: una scrittura asciutta nella quale ogni vocabolo pesa di molti significati; così crudelmente precisa da far sembrare il nero delle parole più nero ancora sulla pagina, come carbone.
Tom Hanlin
UNA VOLTA SOLA NELLA VITA
Graphe.it, 2024
- 166, euro 15,90
Traduzione di Giorgio Manganelli, edizione italiana a cura di Niccolò Brunelli


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