Lo Zibaldone
‘Un posto tranquillo’: la doppia vita di una donna perbene
Un noir d’autore dalla trama solida e dai risvolti insospettabili: è tutto questo “Un posto tranquillo” del noto e prolifico autore giapponese Matsumoto Seichō (1909 – 1992), portato sugli scaffali italiani da Adelphi Editore lo scorso novembre (195pp, 18 Euro). Al centro della narrazione troviamo Tsuneo Asai, scrupoloso funzionario quarantenne del Ministero dell’Agricoltura giapponese, ormai nelle grazie del proprio superiore.
Mentre Asai è sull’isola di Kobe per una trasferta di lavoro viene interrotto, nel bel mezzo di una cena offerta da alcuni industriali del settore alimentare, da una telefonata da Tokyo. E’ sua cognata a chiamarlo, annunciandogli, tra i singhiozzi, l’improvvisa morte di sua sorella Eiko, la sua giovane moglie. Una morte improvvisa, stando al racconto di Midori, avvenuta nella piccola profumeria Takahashi, dalle parti di San’ya, nel quartiere di Yoyogi. Probabilmente per via di un infarto fulminante, tanto che il medico accorso immediatamente dall’ambulatorio di fronte, aveva trovato il suo corpo già senza vita.
Che Eiko fosse debole di cuore non era certo un segreto, tanto che già anni prima aveva avuto un attacco cardiaco, forse un leggero infarto. E proprio per questa sua fragilità si era, nel tempo, sempre più ritratta di fronte alle attenzioni di Asai, soprattutto quelle più intime. Tuttavia il decesso di Eiko, così improvviso, inaspettato e scioccante, stimola in Asai, con il trascorrere dei giorni, domande sempre più puntuali e dubbi crescenti. Cosa ci faceva Eiko alle due del pomeriggio in un quartiere come Yoyogi, tanto fuori mano? Aveva per caso una doppia vita? E con chi?
La verità sulle reali cause del decesso di Eiko si trasforma per Asai in un’ossessione, animata da una continua ricerca di dettagli, volti a ricostruirne gli accadimenti. Tuttavia, qualcosa gli sfuggirà di mano. Un noir dalla trama originale, fortemente connotato dalla matrice nipponica dell’autore, dove non esistono indagini e non ci sono ‘casi aperti’, ma in cui chi cerca il colpevole rischia di diventarlo lui stesso.
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