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Lo Zibaldone

Un editore nella memoria di Giancarlo Siani

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di Gildo De Stefano

È scritto IOD ma si pronuncia Giancarlo Siani, poiché si tratta di una casa editrice improntata alla memoria del giovane giornalista de ‘Il Mattino’ ucciso dalla camorra nel settembre del 1985. Tuttavia non è una novità, seppur encomiabile, che un editore punti la propria linea strategica su personaggi che hanno segnato la società civile immolandosi nella propria professione, siano essi giornalisti, magistrati o soldati. Nella fattispecie è il caso di evidenziare le due ultime pubblicazioni dell’editore di Casalnuovo dedicate a Siani, dai rispettivi titoli “Giornalista Giornalista” (pagg. 126, €. 10,00) e “Il lavoro: cronache del novecento industriale” (pagg.246), quest’ultimo curato da Isaia Sales, entrambi portfolio di preziosi articoli scritti da Siani su argomenti di scottante cronaca sociale e lavorativa.
A trentasei anni di distanza dalla morte, diventa sempre più necessario e urgente non far cadere nell’oblìo la memoria di Giancarlo, non foss’altro per le nuove generazioni che, fuorviate dai falsi miti di quest’éra globale, tendono ad allontanarsi dalle vicende umane e professionali di quegli uomini che hanno segnato la loro epoca con atti e gesta di alto valore civile. I due libri in questione tracciano il percorso giornalistico di Siani, percorso naturalmente arduo, in un territorio impervio non solo per brutture e incongruenze della società bensì dalla sempiterna ‘manolonga’ della politica, spesso collusa col malaffare. Tutte argomentazioni che Giancarlo ormai aveva conosciuto nella sua breve carriera appunto di ‘giornalista-giornalista’, appellativo appreso dal suo caposervizio del tempo. Attento alle questioni dei lavoratori a cui aveva dedicato tempo e impegno professionale negli Ottanta in cui seguiva le grandi questioni che vincolavano Napoli nonché la spietata crisi industriale foriera dell’affermazione del malaffare in tutti i gangli della società civile e occupazionale. Pagine di intensa passione giornalistica e di attenta cronaca in cui il giovane vomerese mostra un’indole indagatoria e di curiosità tuttavia sempre passando per un rigore deontologico.
Poi arrivarono gli assassini al termine di quell’estate dell’85. Chi si nascondeva dietro quell’atroce delitto e, ancora, perché aveva voluto colpire un giovane giornalista appena ventiseienne? Il piombo era stata la risposta più terribile agli articoli profetici di Siani, parole scritte che destarono scompiglio nelle menti malate dei clan camorristici. Giancarlo aveva intuito nelle sue ricerche i rapporti tra politica e camorra negli appalti per la ricostruzione post-terremoto, e per quell’articolo sugli equilibri del dopo-Gionta i Nuvoletta apparivano in modalità ‘infame’, ma anche per le gravi divisioni interne alla stessa camorra. “Potrebbe cambiare la geografia della camorra dopo l’arresto del super latitante Valentino Gionta” scriveva Giancarlo Siani, offrendo una nuova lettura del crimine organizzato a ‘Fortapasc-Torre Annunziata’, in cui aveva fatto emergere falle e debolezze. E forse non è azzardato pensare che tante confessioni nacquero non dalla paura, quanto da dissensi interni, laceranti, sull’organizzazione e sulla linea della camorra.

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