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Trema la notte

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di Anna Trapani

La scrittrice messinese Nadia Terranova nel suo ultimo romanzo “Trema la notte”, edito anch’esso da Einaudi, ci racconta la immane tragedia che ha colpito le città dello Stretto, Messina e Reggio Calabria, nella notte del 28 dicembre 1908: il terremoto che rase al suolo le due città e lo fa con gli occhi di due protagonisti. Il piccolo Nicola, di undici anni, vede la propria esistenza stravolta a Reggio e non sa che quello che ha rovinato i più sarà invece la sua salvezza. Barbara che ci racconta le due storie e la sua in prima persona, si trova a Messina per assistere alla rappresentazione dell’Aida insieme alla nonna al teatro Vittorio Emanuele ma vive a Scaletta Zanclea con il padre che vorrebbe imporle un matrimonio che lei rifiuta. Due esistenze in bilico tra desiderio e realtà, tra voglia di scappare e costrizione. E’ questo che rende bello e intenso il romanzo. L’imponderabile agisce in modo diverso su ognuno e segna inesorabilmente il destino di tutti. Il terremoto distrugge vite e città ma dà anche possibilità di riscatto a persone che avrebbero altrimenti la propria esistenza segnata dal volere altrui. La giovane Barbara è uno spirito libero e indipendente che vorrebbe studiare all’università, sogna di diventare scrittrice seguendo le orme della sua autrice preferita Letteria Montoro e rifiuta un uomo che il padre autoritario ha scelto per lei, ma non riesce a imporsi, a far valere la sua volontà su quella di un padre che neppure la ascolta e che avrebbe voluto un maschio anziché una femmina. Il sisma la coglie a casa della nonna dopo aver assistito all’opera di Verdi e dopo aver capito che nemmeno sua nonna, che pure tante volte ha saputo capirla, questa volta la aiuterà nell’affrontare il padre. Pensa alla fuga ma il destino agisce per lei. Il bambino, Nicola, vive a Reggio Calabria in una famiglia ricca e rispettata ma disfunzionale che gli rovinerebbe l’esistenza se le terribili scosse non facessero giustizia di una madre malata e di un padre acquiescente ai voleri della moglie che non agisce per fermarla. L’aspetto all’esterno è di una famigliola felice ma invece il bambino è creduto preda del diavolo e per non farlo portar via da lui la madre ogni notte, in cantina, lo lega mani e piedi al letto, al buio. Ammantandolo di un amore malato gli fa fare ciò che lei vuole, gli fa mangiare ciò che lei crede gli piaccia e prepara per lui una visita dall’esorcista. Il bambino succube della madre crede che quello sia amore non avendone mai conosciuto uno sano. Il terremoto lo libererà consegnandolo, dopo varie e tragiche vicissitudini, all’amore vero di una vera famiglia. Varie e tragiche vicissitudini attraverserà anche Barbara ma pure per lei ci sarà, alla fine, l’epifania di una nuova vita. I due protagonisti si incontreranno per un fugace, drammatico momento a Messina pochi giorni dopo il sisma. Entrambi resteranno segnati da quell’incontro. Barbara ricorderà gli occhi del bambino  senza capire bene se è stato sogno o  li visti realmente. Le lunghe ciglia non le dimenticherà. Nicola che in quell’incontro ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, perderà la parola per lungo tempo, ma manterrà la consapevolezza che un giorno rivedrà quella giovane donna per chiederle scusa di non aver gridato per esserle d’aiuto. Ciò avverrà alla fine del romanzo, nel 1919, quando entrambi vivranno vite che non avrebbero potuto immaginare. Sullo sfondo di queste  due vicende le città martoriate dal sisma, soprattutto Messina, miserabile, disperata, abbandonata, nonostante le belle parole della politica e le medaglie forse troppo facilmente attribuite ai soccorritori, non tutti e non sempre, eroi.

NADIA TERRANOVA, Trema la notte, Einaudi, Torino, 2022, Pag.170, E.16,50

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