Lo Zibaldone
Sconfinamenti!
di Francesco Roat
Angelo Casati (Milano 1931) è stato per oltre vent’anni parroco a San Giovanni in Laterano, a Milano. Tuttavia egli non è solo un sacerdote ma pure un poeta ed uno scrittore la cui prosa è sempre poetica, ispirata, contemplativa. Inoltre ‒ come nota Sabino Chialà nella sua prefazione all’ultimo testo del Nostro ‒ don Angelo ha sguardo luminoso e “mani accoglienti” che testimoniano la sua disponibilità ad accettare l’altro, ad ascoltarlo e ospitarlo. Per quest’uomo di Dio, infatti, umanità è condivisione, incontro, propensione agapica, ovvero caritatevole nei confronti del prossimo. Un comportamento davvero esemplare che riassume senz’altro il magistero cristico che ‒ al di là di dogmi, rituali e catechismi più o meno superati ‒ è all’insegna dell’amore nei confronti di tutti.
E, verrebbe da aggiungere, rispetto a tutto quanto esiste. Dunque Casati non si sente estraneo/ostile a nulla e ad alcun luogo, per quanto degradato e inquinato fisicamente o moralmente. Vedi “questa nostra benedetta maledetta città” ‒ come lui chiama non tanto Milano ma la città in generale ‒, che oggi è sempre meno ospitale, vivibile, amabile ovvero è un algido “luogo di tutti e di nessuno, luogo della non appartenenza e della non protezione”. Ambito sempre più difficile da abitare, dove da parte di molti persino “si fatica ad uscire di sera” per timore di scippi o aggressioni. Triste realtà urbana nella quale ormai ciascuno coglie “la differenza tra il centro città e le periferie dilatata a dismisura”.
Eppure, nota il nostro prete-poeta: “Quanto sono belle le città che superano la sfiducia malsana” che ci fa estranei l’uomo all’altro. “Quanto sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che uniscono, relazionano, favoriscono il riconoscimento dell’altro”. Occorre perciò collaborare tutti affinché non vi sia più emarginazione bensì condivisione, è il monito di Casati, che in questo libretto colmo di poesia (e di speranza) non appare né ottimista né pessimista ma semplicemente cristiano, convinto che sia necessario fare in modo di realizzare “cose che creano vincoli e uniscono”, proprio dove manchino occasioni/situazioni di incontro e dialogo.
Utopista ci si chiederà? Forse sì e forse no. Di certo non disfattista o arreso, nonostante l’età; anzi soggetto veramente entusiasta (parola che deriva dal greco e significa avere Dio dentro di sé) e in grado ancora di stupirsi ammirato di fronte a un volto, a un paesaggio, a una frase del testo preferito, tante volte riletto: quello dei vangeli. Del resto, significativa è la premessa a questo suo libro che tratta e tocca un po’ di tutto senza saccenza ma con una grazia commovente e che è intitolato non a caso Sconfinamenti; poiché “non sono uomo di cattedre universitarie, sono stato semplicemente un parroco, compagno di viaggio di uomini e donne della carovana. Per di più uno che non procede per concatenazioni logiche, procedo in modo rapsodico, vado per trasalimenti”.
Uomo di poesia e di fede; non già di mera credenza quanto di fiducia: in Dio, nell’esistenza e ‒ perché no? ‒ pure negli esseri umani, in grado di realizzare miracoli, una volta liberatisi del proprio egocentrismo. È necessario dunque, secondo Casati, aprirsi agli altri ed alla natura sempre viva. “Occorre camminare per le strade delle nostre città, custodendo l’arte di interrogare i cieli, di interrogare la terra, di interrogare la vita”. Ed ancora è opportuno: “Incantarsi! Noi raramente misuriamo quale perdita della vita sia l’andarcene indifferenti e senza sussulti. Senza emozioni per il filo d’erba”.
Per concludere, ecco alcuni versi della vera e propria poesia con cui termina Sconfinamenti. Una composizione, dedicata a Dio, che è insieme lode e ringraziamento: “Noi ti ringraziamo: / la tua vicinanza / è segreto per riprendere a sperare, / è appello a non cedere agli strappi / di paure e pessimismi, / a credere invece al nostro esile filo, / a regalare il nostro insostituibile colore. / Benedici questo luogo di fili e di colori, / benedici le nostre case, / il nostro paese e la nostra terra, / perché siano luoghi dove / donne e uomini tessano fili / e regalini colori di bellezza / ora e per sempre. / Amen”.
Angelo Casati, Sconfinamenti, EDIZIONI QIQAJON, 2024, pp. 113, euro 12,00
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