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“Resistenti al buio”, le liriche di denuncia sociale di Federica Introna

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6 mesi ago

31 Ottobre 2024

“Resistenti al buio” è la nuova silloge poetica di Federica Introna, una scrittrice, filologa e docente pugliese; ha pubblicato sia saggi di letteratura classica che romanzi storici, tra i quali “La Congiura” (Newton Compton, 2017) e “La regina guerriera” (Tre60, 2021). Il suo vero amore è però la poesia: “Resistenti al buio” (Eretica Edizioni, 2023) è la sua terza silloge, dopo “Terre di Sole” (Il Filo, 2007) e “Sull’orlo del cerchio” (Stilo Editrice, 2014). La sua ultima raccolta poetica è divisa in quattro sezioni – Resistenti al buio, Camminare insieme, Cieli di libertà, Dal mare ai sassi – dedicate a tematiche diverse: nella prima, l’autrice presenta liriche particolarmente dure, in cui vi è in prevalenza la volontà di denunciare le distorsioni della nostra società e la brutalità degli esseri umani nei confronti dei loro simili, oppure della natura e delle sue creature; nella seconda sezione si parla d’amore ma con disillusione, senza abbandonarsi ai voli pindarici dei poeti ma analizzando questo sentimento con razionalità, pur conservando la speranza di poter ancora assaporarne la dolcezza. Nella terza sezione, appunto, torna un po’ di luce dopo tematiche più improntate sul narrare delle sofferenze dell’umanità: si alza adesso lo sguardo per rivolgerlo verso il cielo, godendo dello spettacolo delle stelle e della luna, e ristabilendo un fragile legame con la natura. Nell’ultima sezione dell’opera, la più intensa ed emozionante, ci spostiamo invece nelle Murge: l’autrice viaggia su un treno per visitare i luoghi in cui è nata e cresciuta, scandendo le poesie con i nomi delle città e dei paesi che più ama, e di cui conserva preziosi ricordi – «Al mattino dal treno scendono sole le prostitute. Quasi in fila come reclute si avviano al turno imposto. E oggi io dietro di loro. Curiosa di sentire se punge ancora l’odore del biancospino insieme al balsamico alloro. Li sentiva mia madre da bambina con la famiglia veniva in gita al bosco. Appena finita la guerra si stava a guardare tutt’insieme cieli brillanti di pace. Nel silenzio delle roverelle trovo il santuario della festa e la stele bizantina. Sento la preghiera e il folklore, le voci cha a luglio riempiono l’aria. Finalmente. Poi risalgo sul treno di nuovo sola» (dalla poesia “Mellitto”). “Resistenti al buio”, proprio come suggerisce il titolo, ci parla della resistenza, del coraggio e della determinazione di chi lotta ogni giorno per non farsi divorare dall’oscurità; un’oscurità che può originarsi dentro di noi o provenire da fuori, e che la poetessa cerca di sconfiggere attraverso la scrittura dei suoi potenti versi.