Lo Zibaldone
Possiamo ancora dirci poesie
di Gisella Blanco
L’epistolario incontra la silloge poematica, attreverso un serrato scambio sentimentale e letterario, nell’opera “Possiamo ancor dirci poesie” di Silvia Salvagnini e Roberta Durante, edita da Ronzani nel 2021. Come si sopravvive al calvario dell’attualità, all’oscenità della pandemia che ha messo a nudo la carne viva? Le due protagoniste, Bubi e Silvi, affidano alle lettere, all’attesa della risposta e al brivido della scrittura, la loro possibilità di scampare alla quotidianità, alla realtà della malattia e delle malattie, alla lontananza, alla solitudine, persino alla morte. La storia d’amore fra due giovani donne si svolge per narrazioni in versi e in prosa come una cascata di linee spezzate, di frammenti di vita amalgamati a desideri, ricordi e situazioni impossibili. Ciascuna delle due ragazze attinge al proprio dato biografico per immaginare scene che non ha vissuto e che, probabilmente, non potrà mai vivere: “Andiamo alla Lampada dimmi il giorno ma la sera solo è aperta. Andiamo con i nostri mariti, che capiranno il nostro amore, ma ci lasceranno stare lì ad amarci, parleranno la loro lingua concreta d’amore, della carne buonissima, della batteria e della chitarra, di sintetizzatori che non sintetizzano noi due”. E mentre descrivono ciò che è irrealizzabile, si accaniscono nel contatto con la loro vita reale fatta di difficoltà, dolori, condizioni inaccettabili come la morte di una madre. E’ proprio la morte che trasforma le protagoniste, in uno dei capitoli di cui si compone l’opera, da amanti romantiche in amanti filiali: Silvi e Bubi diventano madre e figlia attraverso la scomposizione della realtà operata dal linguaggio, carico di una furia tenera e sconvolgente. In fondo l’amore non si spacca (o non dovrebbe) nei ruoli che la società impone, l’amore non si parcellizza in etichette e tipologie ma vive di una energia collettivizzante capace di far emergere l’altruità nella più profonda soggettività della gente. Nelle ultime due sezioni del libro, si assiste alla rinuncia dei ruoli, al disvelamento dell’io nel mistero irrisolvibile del tu. Le protagoniste si riappropriano del “coraggio di dire/canzoni per le cose/che sono ovunque”, si riconoscono in una dimensione che oltrepassa il tempo della vita e i vuoti della morte per ritrovarsi integre e salve nell’amore: “Tu dimmi sì per sempre/troveremo che si può vivere ancora con meno forza con/meno paura/con più gioia nei biberon/nelle cartelle da lavoro/nel pacco di biscotti non ancora riciclabile nell’oggi./Dimmi che dura ancora tutto, che fa meno male”. Esiste una cura universale, trasversale, generazionale: scriversi per sempre, scriversi poesie, poesie libere nel verso e nell’aspetto, poesie gridate al bianco dalla pagina “per l’incontro incondizionato/tra anime che desiderano trovarsi”. Se “E’ ancora possibile anche per noi una promessa d’amore”, noi che siamo Bubi e Silvi, solo Bubi o solo Silvi, noi che siamo un po’ chiunque e un po’ noi stessi, solo la poesia sarà quella terra inesplorata e solidale in cui progettare una nuova casa in cui essere al sicuro.
Possiamo ancora dirci poesie
Silvia Salvagnini e Roberta Durante
Ronzani Editore, 2021.
pp.248, Euro 16,00
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