“Paesi tuoi” di Pavese: le origini, la violenza, il sacro

di Laura Musso

Cesare Pavese scrisse Paesi tuoi nel 1939, il manoscritto autografo è così descritto da Mariarosa Masoero (docente di Letteratura italiana all’Università degli Studi di Torino): «La minuta, molto tormentata e di difficile lettura a causa delle fitte correzioni e cassature […] attesta […] che la scrittura, per Pavese, è […] un mestiere, monotono e faticoso ma […] affascinante». Si intuiscono la tensione, la tormentata analisi di sé stesso e dei rapporti con gli altri, nonché la lotta per costruirsi come uomo e scrittore, un ossessivo scavo dentro di sé che traspare tra le righe dei suoi scritti. Nelle sue opere il mondo contadino e le colline piemontesi richiamano il fondo primigenio della terra, il ritmo inesorabile della natura, l’eterno ciclo di nascita e morte, il mito del selvaggio, inteso come mistero e forza ignota.

La nuova edizione di Paesi tuoi è curata da Valter Boggione (docente di Letteratura italiana all’Università degli Studi di Torino), che ci guida alla lettura del romanzo, attraverso riflessioni dove affronta, analizza e approfondisce i temi ricorrenti. Una storia di vita contadina in un microcosmo chiuso, appena sfiorato dall’eco della città lontana. Lo studioso evidenzia «L’opposizione tra vita civile e ferinità del mondo della campagna» e interpreta il viaggio di Berto, protagonista-testimone, quale «cammino di conoscenza, caratterizzato dall’impegno a indagare quella realtà primitiva e selvaggia, portandone a chiarezza i lati oscuri e ambigui, come tentativi di razionalizzare l’irrazionale»; un percorso dove fondamentali sono le scelte linguistiche di Pavese: «La dialettalità attenuata, con il «compromesso» tra lingua e dialetto che realizza, è il modo in cui «la scoperta delle cose», del fondo primitivo e selvaggio della realtà, si confronta con la storia, diventa contemplazione e giudizio».

Cesare Pavese

Paesi tuoi

A cura di Valter Boggione

Prefazione di Paolo Di Paolo

Milano, Rizzoli, 2022, pp. 213, €10,00