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Marilù Oliva: L’Eneide di Didone
di Anna Trapani
Sovvertire l’Eneide di Virgilio non soltanto con ingegno letterario bensì anche con audacia tutta femminile facendo forza sulla potenza del mito e dei sentimenti è l’intento che anima quest’altra fatica letteraria di Marilù Oliva edita da Solferino “L’Eneide di Didone”. Ecco l’autrice dopo il successo di “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” del 2020 approdare alla rivisitazione del capolavoro virgiliano attraverso le parole di Didone e di due dee sempre intente a interferire e stravolgere gli accadimenti umani: Giunone e Venere. Ed è la rivincita delle donne. Oliva, infatti, prende giustamente le mosse da legittime domande che sorgono leggendo le bellissime pagine di Virgilio sulla regina cartaginese: perché mai una donna così forte e indipendente si sarebbe suicidata dopo l’abbandono di Enea? Non sapeva forse già dall’inizio che l’eroe troiano era soltanto di passaggio perché investito dal Fato di una missione che avrebbe portato alla nascita di un popolo che avrebbe conquistato il mondo? Il Poeta, che evidentemente delle donne non aveva una grande opinione, liquida la faccenda scrivendo nel libro IV che “sempre la donna è una cosa volubile e incostante”. Ma non convince l’autrice che riscrive la storia e porta una delle più belle eroine della letteratura di ogni tempo a prendersi la scena. Didone, aiutata da Giunone che da sempre la protegge anche se lei è scettica riguardo all’influsso degli dei sui fatti umani e successivamente anche da Venere dapprima ostile,uccide accidentalmente l’eroe troiano che sta per salpare da Cartagine. Didone, quindi, non ha scelta: veste le armi di Enea e naviga lei verso le coste laziali con il benestare di Giove. Lascia la patria e la sorella Anna e sotto le mentite spoglie intraprende un’altra vita. Ma è donna. Come fare? Punta tutto sul fatto che i troiani credono ciecamente agli dei e ai prodigi divini così dice loro la:” più grande bugia che abbia mai non solo proferito, ma anche udito” e cioè che salpati da Cartagine Enea si è ritrovato nei panni di Didone, probabilmente una punizione di Giunone “adirata con me per il suicidio della sua protetta”. Il Fato così resterà immutato: verrà fondata Alba Longa, da Ascanio discenderà la stirpe romana. Ma sarà Didone-Enea, una donna, a gettare le basi della futura fondazione di Roma. Didone e non Enea visiterà gli inferi e lì vedrà sua madre che le rivelerà il grandioso futuro della civiltà romana. Didone e non Enea combatterà i Rutuli e il loro re Turno che avrebbe dovuto sposare la giovane Lavinia. E questa, nella versione di Oliva, andrà in sposa ad Ascanio dato che Enea è in realtà Didone la quale saprà ritagliarsi una sua vita sentimentale finalmente felice tra le braccia di Ilioneo, compagno di Enea, unico a capire la sostituzione avvenuta a Cartagine prima di partire. Secondo la leggenda Enea durante una tempesta fu trascinato via e scomparve anche se qualcuno dirà di averlo visto salire in cielo e di questa tempesta approfitterà Didone per scomparire per sempre insieme a Ilioneo. Leggendo questa versione al femminile dell’Eneide nasce sotto i nostri occhi una donna, Didone, completa: razionale ma che sa dare ai sentimenti la giusta importanza, scettica sulla religione e non credulona, capace di comandare senza prevaricare come certi uomini di potere in ogni tempo, decisa nella battaglia ma sinceramente desiderosa di pace. Il modo migliore per concludere sono le parole di Giunone alla fine del libro:” Della storia di Enea verrà conservata la parte che fa comodo alla memoria celebrativa e nessuno sospetterà che, in un momento fatidico scosso dal sole africano, Didone si è sostituita a lui, con la complicità della regina degli dei. Sono orgogliosa di questo nostro cammino, perché è stata la dimostrazione di quante grandi imprese possa compiere una donna. Il mio aiuto è servito: tanto può l’alleanza tra due sorelle, non necessariamente di sangue”.
Marilù Oliva
L’Eneide di Didone
Solferino, 2022
pp. 272, Euro 16,50
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