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Mani in extasy
In ’MANI IN EXTASY’ (in Mendacio Veritatis, In Errore Legis), Chiara Domeniconi ci rivela una ricerca interiore inconsueta, inizialmente inconsapevole, in risposta a eventi personali drammatici. Il suo cammino è sollecitato dalla continua trasgressione dei propri limiti fisici e psichici. Il bisogno esasperante dei piaceri fugaci le consente di suddividere e sopportare la sofferenza, altrimenti impossibile da gestire; da lì la scoperta che la vita può essere vissuta anche negli estremi.
È un tuffo nelle nostre zone d’ombra che Chiara ha esplorato pienamente sfidando la morte fino a non averne più timore, per ritrovare una propria identità benevola tra i contrasti altalenanti del malessere e della felicità.
Tra le sue righe, si comprende che la via maestra può essere intrapresa anche partendo dall’oscurità e che la santità (la perfezione della propria coscienza) non si raggiunge negandosi i piaceri, ma vivendoli intensamente e analizzandoli senza il condizionamento di una moralità, quando questi vengono intesi come doni di cui essere grati, poiché occasioni per una trasformazione del sé.
Le mani, simboli del nostro bisogno di ricevere, entrano in azione con l’appagamento sessuale, con il cibo o con l’assunzione di droghe come l’extasy (ecstasy) per poi elevarsi ripulite in estasi dove il presente supera il passato e l’amore cancella ogni crimine.
L’esperienza di Chiara è apparentemente distruttiva e concretamente istruttiva, capace di sollecitare in noi i discernimenti sul peccato scevro da ogni senso di colpa o di vergogna, poiché inteso come lo strumento essenziale per identificare e correggere ogni cieca impulsività animalesca.
Una silloge coraggiosa attorno al messaggio di speranza, redenzione e salvezza che l’autrice propone senza inibizione al lettore capace di emozioni forti.
Jean-Christophe Casalini – Artista e scrittore
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