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Teatro

Le Cosmicomiche / La Boutique del mistero: Calvino incontra Buzzati al Teatro Palladium di Roma

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Le Cosmicomiche / La Boutique del mistero: Calvino incontra Buzzati

di Italo Calvino e Dino Buzzati; regia di Lorenzo Loris

con Paolo Bessegato, Pietro Bontempo

scena Daniela Gardinazzi, costumi Nicoletta Ceccolini,
luci Alessandro Tinelli
interventi video Toison, consulenza musicale Ariel Bertoldo
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
Foto di Agneza Dorkin

Teatro Palladium – Università Roma Tre
Piazza Bartolomeo Romano 8, 00154 Roma

Per tre giorni, dal 29 al 31 maggio – il Teatro Palladium ospita il Teatro Out Off di Milano con LE COSMICOMICHE / LA BOUTIQUE DEL MISTERO, un progetto di Lorenzo Loris che mette in relazione parte del mondo letterario di Calvino con quello di Dino Buzzati e che vede protagonisti Paolo Bessegato e Pietro Bontempo.

Negli ultimi anni, dopo aver portato in scena la prosa potente di Testori, l’espressionismo di Gadda, la finezza intellettuale di Pasolini, Loris si è accostato alla scrittura di Italo Calvino, mettendo in scena la scorsa stagione alcuni racconti tratti dalla raccolta “Gli amori difficili”. In Italo Calvino non c’è l’espressionismo di Gadda né la visceralità di Testori ma, al contrario, è un autore cristallino, uno scrittore moderno che auspica un mondo letterario senza “soggetto”.  La leggerezza a cui lo scrittore ligure dedicò una delle celebri “Lezioni Americane”, serve per conseguire la chiarezza in un mondo dominato dal caos. Con la sua opera fantastica ha aperto all’universo letterario la possibilità di usare strumenti utopici per affrontare la crudezza del mondo.
Ora, con questo nuovo spettacolo che prosegue il ciclo dedicato alla Letteratura Italiana dei grandi autori del Novecento, il regista conduce lo spettatore a misurarsi con un’avvincente trasposizione teatrale di un incontro mai avvenuto tra i due grandi narratori del Novecento e lo guida alla scoperta di nuovi modi d’immedesimazione nei mondi intellettuali e sentimentali evocati dalle loro creazioni letterarie. Che, tra l’altro, si combinano in modo sorprendente con la forza espressiva e con il ritmo proprio del loro materializzarsi sulle tavole del palcoscenico.

Calvino e Buzzati costruiscono la narrazione da un assunto fantastico: sovente i loro racconti nascono da un presupposto decisamente non realistico.
Nelle pagine di Buzzati, il destino è sempre in agguato e si manifesta ovunque. Si pensi alle amate montagne e ai boschi dei primi lavori, luoghi d’iniziazione e di scoperta, oppure alla solitudine del deserto, come luogo dell’attesa e dell’impossibile. E si pensi a Milano, la sua Milano, grande metropoli tentacolare e crogiolo di vite segrete, di sogni, di illusioni e di disperazioni, vero e proprio luogo del mistero e del quotidiano, stregata babele, girone infernale di turpitudini, di occulti prodigi e di inconfessate miserie.
In Calvino il fantastico è una trama leggera intrecciata nel vuoto. Per Buzzati il fantastico ha un peso, un’ancora gettata nel reale. Nei suoi racconti spesso lo spazio è duro e  non coinvolgente ed avvolge i personaggi con un vento di tristezza. Il fantastico di Calvino è ricco di colori sgargianti, quello di Buzzati ha i colori della terra. Entrambi tuttavia  giungono ad una ulteriore convergenza rappresentata da una vena ironica. Che lascia spazio ad un sorriso liberatorio.

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