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Laudato Si, l’enciclica green di Papa Francesco
Papa Francesco indice un anno speciale – una sorta di road map – per mettere in pratica e realizzare la Laudato Sì, l’enciclica Green promulgata cinque anni fa per richiamare i cattolici di tutto il mondo alla tutela dell’ambiente, a rivedere il loro stile di vita, a promuovere comportamenti virtuosi. «Ho cercato di richiamare l’attenzione al grido della Terra e dei poveri», ha ricordato papa Francesco al termine del Regina Caeli (…) Invito pertanto tutte le persone di buona volontà ad aderire per prendere cura della nostra Casa Comune e dei nostri fratelli e sorelle piu’ fragili».
Per ricordare l’uscita dell’enciclica, il 24 maggio 2015, Papa Francesco sarebbe dovuto andare a fare visita alla Terra dei Fuochi, nella diocesi di Aversa, ma la pandemia e le misure di sicurezza anti-contagio hanno reso impossibile il viaggio che è solo rimandato a data da destinarsi, come ha spiegato Bergoglio ai fedeli. Il viaggio simbolico nella Terra dei Fuochi, forse una delle regioni più inquinate d’Italia, avrebbe dovuto dare un nuovo impulso alle politiche di protezione dell’ambiente
Con questa enciclica sociale la Chiesa – per la prima volta – ha affrontato in modo organico il tema dell’inquinamento e ha individuato nella mano dell’uomo una delle cause principali degli squilibri terrestri, ambientali, ecologici.
Francesco chiede ai cattolici di raccogliere tutte le energie per creare una rete globale di sensibilizzazione, di azione, di coscienza. L’ambiente si salva se si salva l’uomo e l’uomo si salva se si salva l’ambiente. Tutto questo, dice Francesco, è nel disegno più ampio che ci ha affidato Dio. Basta leggere la Genesi.
In questi anni l’enciclica ha avuto una veicolazione quasi parallela a quella del grande movimento ambientalista che affianca Conferenze internazionali nel tentativo di trovare un accordo politico per la riduzione delle emissioni di carbonio nella atmosfera. Anche l’ultima Cop si è esaurita con un nulla di fatto.
Da qui la domanda che affiora in questo periodo riguarda il coronavirus: con le falle e le emergenze che ha aperto in tutto il pianeta, il Covid-19 ha sepolto definitivamente il tema ambientale oppure ne ha ridato al contrario un nuovo impulso? La risposta che è contenuta nella enciclica papale è chiarissima.
Siccome la salute di tutti dipende dalla salute di ciascuno, e siccome siamo tutti connessi da una relazione di interdipendenza, non ci può essere nessuna riduzione del problema. Anzi. Ci sarà un avanzamento. Gli esperti dicono che questa pandemia non sarà l’ultima e già ne immaginano ancora di più devastanti.
La pandemia che stiamo vivendo ci dice che l’alterazione dell’equilibrio tra uomo e natura che ha portato alla deforestazione, ai mercati selvatici cinesi, allo scongelamento del permafrost dove ci sono virus ‘antichi’ va affrontato. Persino lo stesso allevamento intensivo veicola la diffusione di epidemie.
La lezione che abbiamo davanti è che va ripensato il nostro sistema globale. C’è già chi insiste per inserire una tassa sul carbonio e sulla salute, chi sta pensando a lanciare un piano per il risanamento ecologico, altri a come includere lo sviluppo delle energie rinnovabili.
E’ chiaro che la crisi aperta dal Covid-19 rafforzerà le idee contenute nella enciclica verde impegnando credenti e uomini di buona volontà a fare rete.
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