Lo Zibaldone
La vita bugiarda degli adulti
Non saprei: “La vita bugiarda degli adulti” di Elena Ferrante sembra veramente scritto da due persone diverse. La prima metà incuriosisce e nell’originalità della crescita di Giovanna, la bambina protagonista del libro considerata “brutta” da suo padre e che brutta non è per niente, sembra ad averla scritta una penna femminile.
Il senso d’indipendenza e la ricerca di autostima è l’aspetto dominante di Giovanna, che vive sempre con questa palla al piede di essere considerata brutta come la zia paterna, la quale ha difficili rapporti con la sua famiglia. Giovanna cerca di addentrarsi nelle pieghe familiari per conoscere la personalità di questa invadente zia dal carattere terribile.
Poi il libro scende di tono e sembra buttare al vento tutte le piccole conquiste che ha fatto Giovanna, anche screditando il linguaggio fino a quel momento sofferto ma pulito, per concludere con un finale rabberciato che non convince.
Forse il mito Elena Ferrante, ormai dettaglio commerciale che influisce sulle grandi vendite, non è più sostenibile? Chi scrive e vende tanto dovrebbe metterci anche la faccia, proprio per evitare di scrivere un libro che sembra una bugia. E la televisione, con il bellissimo sceneggiato di Saverio Costanzo su “L’amica geniale”, depista la conoscenza di questa scrittrice/scrittore di cui ancora non si conosce il volto.
È un libro che lascia un po’ di amaro in bocca e confido, come numerosi lettori, in una replica chiarificatrice.
Elena Ferrante
La vita bugiarda degli adulti
Edizioni E/O
Novembre 2019
pp. 336
€ 19,00
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