Lo Zibaldone
La signora Mohr scompare: un crime divertentissimo nella Cracovia di fine ‘800
Dopo aver conquistato critica e pubblico di tutto il mondo arriva in Italia con Rizzoli il primo romanzo di una serie crime divertentissima ambientata nella Cracovia di fine ‘800 che ruota attorno alla figura dell’improbabile ma determinata investigatrice Zofia Rombotynska.
di Elena D’Alessandri
Zofia Rombotynska, 38 anni, moglie di un professore universitario di anatomia è una donna curiosa, dalla mente fervida, appassionata di gialli e polizieschi, che nella Cracovia del 1893 non si accontenta di dar ordini alla domestica, gestire la casa e il menù settimanale e occuparsi dei pettegolezzi più in voga del momento. Zofia ci tiene a ‘figurare’ in società: non è un caso che la partecipazione all’inaugurazione del nuovo teatro – un evento mondano cui suo marito Ignacy si sottrarrebbe volentieri – diventa per lei un appuntamento irrinunciabile.
Altresì, per primeggiare, Zofia decide di dedicarsi al volontariato, facendosi promotrice di una lotteria per i bambini scrofolosi; tuttavia, per portare a termine il suo intento, ha necessità del patrocinio delle ricche residenti di Casa Helcel, un istituto gestito dalle suore che accoglie anziani e malati di ogni estrazione. “Casa Helcel, oltre ad un capitale intoccabile, aveva anche una rendita costante; era stata infatti concepita come un’istituzione votata alla cura dei malati e dei poveri per l’eternità, un perpetuum mobile di carità”.
Quando Zofia si reca all’istituto per discutere il suo progetto con la madre superiora, a Casa Helcel c’è sgomento per la scomparsa della Signora Mohr, abbiente vedova di un giudice. Capita, le viene spiegato, di perdere momentaneamente qualche pensionante disorientato. Tuttavia il ritrovamento del cadavere della poveretta – nella polverosa soffitta – e il fatto che la morte venga attribuita dal medico di turno a cause naturali non convince la Rombotynska. Come poteva del resto un’anziana che si alzava a malapena dal letto raggiungere la soffitta?
Con il sostegno di una suora alquanto schiva, Zofia decide di prendere le redini della situazione e andare più a fondo… quando una seconda morte – stavolta efferata – viene perpetrata all’interno dell’istituto. La polizia procederà ad arrestare il guardiano – e quindi la cuoca, una volta acclarato l’avvelenamento della signora Mohr – ma qualcosa per Zofia, proprio non torna. Interrogando ospiti e personale e spostandosi da Cracovia ai paesi vicini, Zofia, con l’aiuto della sua fedele cuoca Franciszka, si trasforma in una detective dall’infallibile fiuto, immergendosi in un universo di segreti e gelosie.
“La signora Mohr scompare” di Maryla Szimiczkowa – pseudonimo della coppia, nella vita e nella scrittura, Jacek Dehnel e Piotr Tarczynsky – è il primo volume di quella che si preannuncia come una serie crime divertentissima che, dopo aver conquistato il plauso di critica e pubblico, è arrivata in libreria con Rizzoli a luglio nella collana Nero (303pp, 18 Euro) con la traduzione di Barbara Delfino.
Un romanzo godibilissimo – definito dalla scrittrice polacca Premio Nobel Olga Tokarczuk “Il connubio perfetto tra commedia e mistero” – che, ben oltre l’indagine, ricrea con maestria le atmosfere e gli intrighi della Polonia di fine Ottocento, affrontando con sguardo ironico e dissacrante, questioni di estrema attualità: dai pregiudizi di classe alla condizione femminile, dall’ipocrisia dei benpensanti alle diseguaglianze sociali.
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